L’altra America si sarebbe detto una volta. Le altre Americhe sarebbe più corretto dire oggi.
Gli Oscar del trionfo politically correct non scontentano quasi nessuno. Per la quarta volta in cinque anni, il miglior regista è un messicano, questa volta è toccato a Guillermo Del Toro, dopo Inarritu e Cuaron. Il suo La forma dell’acqua, partito da Venezia lo scorso mese di settembre con il Leone d’Oro è arrivato sino al premio più importante, conquistando 4 statuette, comprese quelle per il miglior film, la colonna sonora e la scenografia.
Ma non è stato l’unico rappresentate del Centro e del Sud America a trionfare. Coco, l’animazione della Pixar, ha conquistato il suo Oscar di categoria e quello per la migliore canzone originale, Remember me.
Il bellissimo cileno Una donna fantastica, diretto da Sebastian Lelio e prodotto dai fratelli Larrain, si è aggiudicato il premio per il miglior film straniero. La sua protagonista transgender, Daniela Vega, è stata una delle protagoniste della serata.
Dai tanti latini sul palco si sono levate parole accorate di fratellanza e di sostegno per i cosiddetti Dreamers, gli 800.000 figli di genitori clandestini, che Barack Obama aveva difeso, con un programma di aiuti ad hoc e che Trump aveva deciso di terminare.
Ma, come detto, c’è stato un momento di gloria quasi per tutti, in una cerimonia segnata soprattutto dall’idea di inclusione di ogni diversity: Jordan Peele, premiato per la migliore sceneggiatura di Scappa – Get Out, ha rinverdito l’orgoglio nero, che ha attraversato tutta la serata, anche con la presenza sul palco di Chadwick Boseman, il Black Panther cinematografico, che sta facendo incassi stratosferici al box office americano.
Inutile dire che l’entusiasmo ha travolto anche Kobe Bryant, il campione di basket dei Los Angeles Lakers, vincitore dell’Oscar per un suo cortometraggio d’animazione: il primo giocatore della NBA a riuscire nell’impresa è stato anche l’unico a pronunciare parte del suo discorso in italiano, per dedicare l’Oscar alle figlie nella lingua che imparò nella sua infanzia trascorsa a Reggio Emilia, al seguito del padre.
C’è stato il momento dedicato a #metoo e #timesup con un video presentato da tre delle vittime di Harvey Weistein, Annabella Sciorra, Ashley Judd e Salma Hayek. Tutto molto misurato ed elegante, senza gli eccessi temuti.
Ma il momento più emozionante e più sentito, da questo punto di vista è arrivato con Frances McDormand, premiata per Tre manifesti a Ebbing Missouri, che dal palco del Dolby Theatre ha invitato tutte le candidate donne presenti nella sala ad alzarsi in piedi, per condividere con lei il grande applauso degli Oscar. Molto intelligentemente ha esortato gli executive ad ascoltare i progetti e i racconti di quelle donne, non alle tante feste successive ai premi, ma nelle sedi più consone, fissando con loro un appuntamento vero, dando importanza al loro lavoro.
Tre premi tecnici per montaggio e sonoro sono stati assegnati a Dunkirk, mentre Roger Deakins ha vinto alla sua quattordicesima candidatura l’Oscar per la migliore fotografia di Blade Runner 2049, premiato anche per gli effetti speciali.
Gary Oldman ha vinto assieme ai suoi truccatori per la sua interpretazione di Churchill in L’ora più buia, mentre alla madre degenere Allison Janney in Tonya è andato il premio per la migliore attrice non protagonista e a Sam Rockwell quello per il miglior attore non protagonista, per il suo ruolo in Tre manifesti a Ebbing Missouri.
Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino ha vinto per il miglior adattamento ed è stato James Ivory, il più anziano vincitore di sempre, a ritirare la statuetta, ricordando il suo storico produttore e compagno Ismail Merchant e la scrittrice Ruth Prawer Jhabvala, con cui ha condiviso tutta la sua carriera.
La cerimonia, condotta di Jimmy Kimmel, troppo attento al politically correct e ossequioso della suscettibilità di ogni minoranza, è stata veramente poco ispirata. Del tutto inconsistente anche il tradizionale monologo iniziale, privo di qualsiasi ironia.
Celebrando i 90 anni del premio, Kimmel ha scelto di dedicare la serata al pubblico, che ancora va in sala a vedere i film che Hollywood produce. Giusto a metà dello show, ha guidato quindi una spedizione di una decina di divi – Guillermo Del Toro, Gal Gadot, Margot Robbie, Armie Hammer, tra gli altri – nel cinema di fronte al Dolby Theatre, per consegnare all’ignaro pubblico hot dog, caramelle e barrette di cioccolato, come ringraziamento.
E’ stato l’unico momento brillante della serata, capace di movimentare un protocollo sempre piuttosto rigido.
Per evitare inoltre che i premiati si dilungassero nei ringraziamenti, Kimmel ha messo in palio, come se si trattasse di Ok il prezzo e giusto, un enorme scooter d’acqua, al discorso più breve della serata, che è stato infine assegnato a Mark Bridges, il costumista di Il filo nascosto con soli 36 secondi.
Nel corso della giornata aggiorneremo il post con le foto dei vincitori.
Queste sono le prime.
Questi invece tutti i premiati della serata e i link alle nostre recensioni:
Best Picture
Best Director
Guillermo Del Toro, La forma dell’acqua
Best Actress
Frances McDormand, Tre manifesti a Ebbing Missouri
Best Actor
Gary Oldman, L’ora più buia
Best Supporting Actress
Allison Jenney, Tonya
Best Supporting Actor
Sam Rockwell, Tre manifesti a Ebbing Missouri
Best Adapted Screenplay
James Ivory, Chiamami col tuo nome
Best Original Screenplay
Jordan Peele, Scappa – Get Out
Best Foreign Language Film
Una donna fantastica di Sebastian Lelio
Best Animated Feature
Coco di Lee Unkrich e Darla K. Anderson
Best Documentary Feature
Icarus di Bryan Fogel e Dan Cogan
Best Film Editing
Lee Smith, Dunkirk
Best Cinematography
Roger Deakins, Blade Runner 2049
Best Production Design
Paul D. Austerberry, Shane Vieau, Jeff Melvin, La forma dell’acqua
Best Costume Design
Mark Bridges, Il filo nascosto
Best Original Score
Alexandre Desplat, La forma dell’acqua
Best Original Song
Remember me di Robert Lopez e Kristen Anderson Lopez per Coco
Best Sound Editing
Richard King, Alex Gibson, Dunkirk
Best Sound Mixing
Mark Weingarten, Gregg Landaker, Gary Rizzo, Dunkirk
Best Makeup and Hairstyling
Kazuhiro Tsuji, David Malinowski, Lucy Sibbick, L’ora più buia
Best Visual Effects
John Nelson, Gerd Nefzer, Paul Lambert, Richard Hoover, Blade Runner 2049
Best Short Film, Animated
Dear Basketball di Kobe Bryant e Glen Keane
Best Documentary, Short Subject
Heaven is a traffic jam on the 405 di Frank Stiefel
Best Short Film, Live Action
The silent child di Chris Overton e Rachel Shenton