In una serata di chiusura infinita, appesantita non solo dai premi di Orizzonti, ma anche da quelli della sezione Classici e della nuova Virtual Reality, il Leone d’Oro è stato infine assegnato alla favola horror The Shape Of Water di Guillermo Del Toro.
Il film è una sorta di ritorno per il regista messicano, dopo molti anni di film inutili e appannati. Non era certo il miglior film della Mostra, ma non è un Leone d’Oro scandaloso.
Il nostro cuore e quello di molti festivalieri batteva per il capolavoro di Kechiche, Mektoub, My Love: Canto uno, che la giuria ha preferito dimenticare completamente.
Ignorati anche i bellissimi Ex Libris di Wiseman e First Reformed di Paul Schrader.
Una giuria dominata dagli attori e dalle presenza femminili, a partire dalla presidente Annette Bening, ha scelto quasi sempre il politically correct. Un’occasione perduta, in buona parte.
La 74° edizione della Mostra ha segnato la conferma di un percorso quinquennale di consolidamento delle strutture ed espansione degli spazi, di rafforzamento del programma e di riaffermazione di una supremazia, che non teme più confronti con le altre rassegne di fine estate, da Telluride a Toronto, fino a New York e Londra.
La cura di Baratta e Barbera, che proseguirà l’anno prossimo con il restauro integrale degli spazi del Casinò, ha trasformato una Mostra confusionaria, ritardataria, con spazi troppo spesso inadeguati, in una macchina impeccabile, lanciata a tutta velocità.
Il premio Mstroianni è stato consegnato meritatamente a Charlie Plummer, la rivelazione del film di Andrew Haigh, Lean On Pete.
A Sweet Country dell’australiano Thornton il premio speciale giuria, mentre la migliore sceneggiatura è quella di Three Billboards Outside Ebbing, Missouri, certamente uno dei migliori film della Mostra.
I migliori attori, premiati con la Coppa Volpi sono stati il palestinese Kamel El Basha e Charlotte Rampling: un premio un po’pleonastico per la straordinaria interprete francese, in un film davvero bruttino.
Pessima anche la scelta di premiare Xavier Legrand con il Leone per la miglior regia, in uno dei film più anonimi, proprio nella messa in scena.
Il Grand Premio ha premiato il controverso e forse un po’irrisolto Foxtrot di Samuel Maoz, a cui era già stato regalato un Leone d’Oro con il precedente Lebanon.
La Giuria di Orizzonti, guidata da Gianni Amelio, ha assegnato addirittura sette premi, tra lunghi e corti.
Come miglior film è stato scelto l’italiano Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli, racconto degli ultimi mesi di vita della cantante, interpretata da Trine Dyrholm, ma due premi sono andati all’iraniano No Date, No Signature, per la regia e il miglior attore.
Infine il Premio De Laurentiis opera prima è stato assegnato ancora al francese Jusqu’à la garde, uno dei più modesti del concorso ufficiale.
Questi sono tutti i vincitori. Seguite i link alle nostre recensioni:
Venezia 74
Leone d’Oro: The Shape of Water di Guillermo Del Toro
Gran Premio Speciale della Giuria: Foxtrot di Samuel Maoz
Migliore regia: Xavier Legrand per Jusqu’à la garde
Migliore attrice: Charlotte Rampling per Hannah
Miglior attore: Kamel El Basha per The Insult
Migliore sceneggiatura: Martin McDonagh per Three Billboards Outside Ebbing, Missouri
Premio della Giuria: Sweet Country di Warwick Thornton
Premio Mastroianni al miglior giovane attore: Charlie Plummer per Lean On Pete
Premio Opera Prima De Laurentiis: Jusqu’à la garde di Xavier Legrand
Orizzonti
Miglior film: Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli
Migliore regia: Vahid Jalilvand per No Date, No Signature
Migliore attore: Navid Mohammadzadeh per No Date, No Signature
Migliore attrice: Lyna Khoudri per Les bienheureux
Premio speciale della giuria: Caniba di Véréna Paravel, Lucien Castaing-Taylor
Migliore sceneggiatura: Dominique Welinski, René Ballesteros per Los versos del olvido
Miglior cortometraggio: Gros Chagrin di C.Devaux