Per la seconda volta in cinque anni la Palma d’Oro va allo svedese Ruben Östlund. E’ Triangle of Sadness il miglior film di Cannes 75, secondo la giuria presieduta da Vincent Lindon.
In un palmares pieno di ex aequo, che ha visto premiati 10 film sui 21 in gara, segno di un’edizione con valori non definiti, la satira bruciante e scatenata del talento di The Square e Forza maggiore ha convinto più degli altri.
A Park Chan-wook l’impeccabile premio per la regia e al gigantesco Song Kang ho quello per la migliore interpretazione maschile nel nuovo film di Kore Eda. Non meno centrato il premio della sceneggiatura, assegnato all’intelligente thriller di Tarik Saleh, Boy From Heaven.
Molto più discutibili gli altri premi, in particolare i quattro ex aequo della giuria: Claire Denis e Lucas Dhont hanno girato film imperfetti e che girano spesso a vuoto. Ancor peggio Le otto montagne e EO, decisamente tra i film peggiori del concorso.
Modesto e politicamente ed eticamente discutibile Holy Spider, che ha visto premiata la sua interprete femminile.
Del tutto pleonastico il premio della 75ma edizione ai fratelli Dardenne, che nei loro nove festival hanno già vinto due Palme, il Gran Premio della Giuria, il premio per la regia e quello per la sceneggiatura. Non servivano ulteriori conferme del loro talento, peraltro per un film imbarazzante per sciatteria e moralismo.
Ottima la scelta della Caméra d’Or, ovvero il miglior film di un esordiente che ha premiato il bellissimo War Pony di Riley Keough e Gina Gammell.
Particolarmente critico Paolo Mereghetti sul Corriere: “Che cinema esce da questa edizione di Cannes e da questi premi? […] Quasi tutti i registi premiati hanno fatto meglio altre volte: Saleh con Omicidio al Cairo, Park Chan-wook con Old Boy, i Dardenne con quasi tutti i loro film precedenti. Per non parlare di Kore-eda che ha rifatto, con meno forza, il suo Affari di famiglia. Persino Girl di Dhont aveva più forza di Close, ma quando la commozione entra in gioco (e penso anche a certi facili messaggi aggiunti alla fine come dei fervorini), allora l’occhio si annebbia e ci si dimentica che quello che ci arriva dallo schermo dovrebbe aiutarci ad aprire più e meglio la testa e il cuore, non solo a rassicuraci di essere dalla parte giusta. Durante tutto il festival si è fatto un gran parlare di crisi e di come uscirne, ma se il modo con cui si vuole far fronte a questi problemi è solo quello di moltiplicare palme e attestati, si finisce solo per rendere la soluzione dei problemi ancora più difficile“.
Di seguito tutti i film e i link alle nostre recensioni:
Palma d’Oro: Triangle of Sadness di Ruben Östlund
Gran Premio della Giuria: Close di Lucas Dhont & Stars at Noon di Claire Denis
Premio della 75ma edizione: Tori et Lokita dei fratelli Dardenne
Migliore regia: Decision to Leave di Park Chan-wook
Miglior attrice: Zar Amir- Ebrahimi per Holy Spider
Miglior attore: Song Kang-ho per Broker
Migliore sceneggiatura: Boy From Heaven di Tarik Saleh
Premio della giuria: Le otto montagne di Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch & EO di Jerzy Skolimowski
Caméra d’Or: War Pony di Riley Keough & Gina Gammell
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