Il lato positivo – Silver Linings Playbook **1/2
Dopo il successo di The fighter, David O.Russell ha scelto di tornare a quel sapiente mix di commedia e dramma, che ne aveva segnato i fortunati esordi.
Silver Linings Playbook avrebbe potuto benissimo chiamarsi come uno dei suoi primi successi, Flirting with the disaster: adattando il romanzo di Matthew Quick ha messo in scena il racconto di due anime perse, incapaci di fare i conti con se stessi e legate tragicamente al proprio passato.
Pat Solitano è appena uscito da un centro di salute mentale dopo otto mesi di reclusione ed è tornato ad abitare dai suoi genitori. Un pomeriggio rientrando a casa dal lavoro aveva trovato la moglie assieme ad un collega professore di liceo: sconvolto dal tradimento aveva pestato l’amante con violenza brutale.
La moglie Nikki, ha cambiato quartiere e c’è un ordine restrittivo nei confronti di Pat.
Una sera a cena a casa di amici, Pat incontra Tiffany. Anche lei ha i suoi problemi: il marito poliziotto è morto da poco e lei è caduta in depressione. Ha perso il lavoro per essersi portata a letto tutti i colleghi di lavoro ed ora vive in piccolo appartamento vicino a quello di Pat, dove ha costruito una sorta di studio per ballare.
Tra i due sono subito scintille, come nella migliore delle screwball. Ma i ruoli sono curiosamente invertiti. Mentre Tiffany vorrebbe stringere un legame più forte con Pat, quest’ultimo spera sempre di riconquistare la moglie.
Siccome Tiffany la conosce, si offre di consegnarle una lettera, in violazione dell’ordine restrittivo.
In cambio Tiffany vuole che Pat partecipi con lei ad un contest di ballo. Riluttante, ma deciso a perseguire il suo obiettivo, Pat accetta e comincia una lunga sessione di allenamenti con la ragazza.
Il rientro in famiglia per Pat non è semplice. Il padre, Pat Sr, è stato licenziato e cerca di trovare i soldi per aprire un ristorante, scommettendo sui Philadelphia Eagles, la squadra di football per cui ha sviluppato una sorta di mania.
Non perde una partita in tv, veste con magliette e giubbotti della squadra, ha tutta una serie di riti da rispettare durante i match e pensa che il figlio sia una sorta di porta-fortuna per le sue scommesse.
All’insaputa di Pat, il padre scommette tutto quello che ha su una partita con i Giants.
Il film di Russell mantiene la felice spontaneità del precedente The fighter, garantita da un’ambientazione urbana realistica e da un gruppo familiare del tutto originale.
Il montaggio frammentato e con tagli netti e la mobilità della macchina da presa, anche negli interni, gli conferiscono un’immediatezza che scalfisce i cliché della commedia romantica. E’ tempo di crisi: i personaggi perdono il lavoro, si arrangiano come possono, sono fuori di testa, depressi, superstiziosi, si affidano alla buona sorte.
Quello che riesce davvero bene a Russell è valorizzare il cast a disposizione. Il successo di Silver Linings Playbook risiede essenzialmente nella simpatia dei quattro interpreti.
Bradley Cooper è un inedito Pat, che cerca di rimettere in ordine i pezzi della sua vita, senza comprendere che il passato non tornerà. Passa metà del film in tuta e l’altra metà correndo con una busta di plastica nera addosso. Pur interpretando un personaggio sopra le righe, non cerca mai di strafare, anche perché il vero personaggio fuori di testa del film è Tiffany, giovane sex addicted, che gli si attacca disperatamente per cercare di trovare un senso alla sua vita solitaria e disperata.
Jennifer Lawrence, nonostante la notevole differenza d’età con Cooper, è perfettamente credibile e tiene testa da par suo a tutti gli altri attori: memorabile la sua irruzione a casa dei Solitano.
Dopo molti anni e molti ruoli di pura routine, Robert De Niro sembra metterci un po’ della sua passata grandezza, nel ruolo di Pat Sr., tifoso scalmanato e padre preoccupato, pieno di tic e manie, al cui fianco c’è la paziente moglie, Dolores, interpretata da Jackie Weaver con amorevole compassione.
Il quartetto dei protagonisti – affiancato da John Ortiz, Julia Stiles, Chris Tucker e sostenuto da una sceneggiatura che regala a tutti ottime battute e momenti da ricordare – riesce a rendere vivo ed elettrizzante un copione piuttosto prevedibile nei suoi esiti.
Qualcuno ha contestato l’approccio conservatore e fideistico alla cura delle malattie e dei disturbi mentali: è indubbio. Ma Silver Linings Playbook non mi sembra intenda dire alcunché su tale argomento.
E’ una commedia romantica americana! Tutti sanno come andrà a finire, sin dal momento del primo incontro tra i protagonisti: quello che fa la differenza, a volte, è la bravura e la simpatia degli interpreti, il realismo del contesto in cui sono immersi, l’efficacia con cui si porgono le battute.
Nulla di nuovo, ma un paio d’ore di piacevole divertimento.
E’ uno dei migliori film dell’anno, come pensa l’Academy, che l’ha gratificato con 8 nominations agli Oscar? Non scherziamo…
In Italia dal 7 marzo 2013.
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