Venezia 2016. On the Milky Road

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On the Milky Road **

Un uomo, scosso dal suo destino dopo la morte della moglie, decide di diventare monaco. La storia è ambientata durante la guerra nei Balcani e osserva da vicino l’amore tra due persone che non hanno più nulla da perdere. Il film è basato sul cortometraggio Our Life, scritto a quattro mani dal regista Kusturica e da sua figlia Dunja. Il tema principale è la semplice storia d’amore tra un uomo (Emir Kusturica) e sua moglie (Monica Bellucci), che vivono in una zona montuosa della Serbia. Un film al contempo concettuale e violento. Un film d’amore e un film di guerra. Un lungometraggio in tre parti, come la vita.

Il nuovo film di Emir Kusturica ci precipita nel mezzo del conflitto dei balcani: Kosta un ex musicista trasporta sul suo mulo, il latte fresco al fronte, rischiando la pelle ogni mattina, accompagnato solo dal suo falcone e dalla sua buona sorte.

Milena, un’ex campionessa di ginnastica è innamorata di lui. Attende la fine del conflitto per sposarsi e nel frattempo compra una sposa anche per il fratello Zaga, un eroe di guerra ancora al fronte.

La sposa promessa è un’italiana, a cui un militare inglese, finito in galera, ha giurato vendetta.

Con la fine della guerra si preparano le nozze, ma Kosta è innamorato della sposa italiana e non si decide… A rompere gli indugi arrivano i soldati, che vogliono la testa della sposa e compiono una strage nel villaggio.

Kosta e la sposa sono costretti a fuggire…

Kusturica negli ultimi vent’anni ha ridotto moltissimo la sua attività di regista: dopo il Leone d’Argento di Gatto nero gatto bianco del 1998, ha diretto solo tre film.

On the Milky Road è un ritorno ai ritmi travolgenti e alle atmosfere fiabesche e surreali dei suoi esordi.

Il film, soprattutto nella prima parte ci riesce piuttosto bene, grazie alla vitalità della protagonista Sloboda           Mićalović e allo sguardo malinconico dello stesso Kusturica, che interpreta Kosta.

Indovinata anche la sposa di Monica Bellucci, come sempre, più a suo agio quando non deve recitare in italiano.

Nella seconda parte il film si dilunga un po’ troppo, ma si riprende nel finale, ambientato 15 anni dopo, che ricuce al corpo del film, un cortometraggio già realizzato da Kusturica per il film collettivo Words with Gods.

Non avevamo grandi aspettative da questo On the Milky Road: i tempi di Underground e Arizona Dream si perdono nella memoria cinefila, ma il lavoro di Kusturica ha invece la forza della sincerità e l’ispirazione della semplicità.

E’una storia piccola la sua, senza pretese massimaliste: il regista bosniaco cerca nella bellezza del paesaggio e del contesto naturale, una via d’uscita per i suoi protagonisti in fuga.

On the Milky Road non aggiunge molto alla sua filmografia, ma è un segno di vitalità, un graffio leggero e malinconico.

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