Que viva Mexico!
Per il secondo anno consecutivo, un messicano conquista il Leone d’Oro: dopo Guillermo Del Toro è toccato ad Alfondo Cuaron, con il suo rigoroso ritratto autobiografico, Roma, ambientato nella Città del Messico degli anni ’70.
Che a consegnare il premio a Cuaron sia stato proprio l’amico Del Toro, presidente di una giuria anche quest’anno molto femminile, non tragga in inganno. Roma è certamente uno dei migliori film in concorso, coraggioso, radicale, capace di uno sguardo senza compromessi.
Indubbiamente i tre amici messicani Cuaron, Del Toro, Inarritu stanno lasciando un segno decisivo nel cinema del nuovo secolo, imponendosi a Hollywood come nei grandi festival europei.
Due premi sono state assegnati a The Favourite di Yorgos Lanthimos con il Grand Prix e la miglior attrice, la straordinaria Olivia Colman.
É il più accessibile dei film del regista greco ed anche il primo che non ha scritto con il fidato Filippou.
William Dafoe ha vinto la Coppa Volpi per miglior attore, nel ruolo di Van Gogh in un film senza lampi mentre Jacques Audiard é il miglior regista per il magnifico The Sisters Brothers.
A Jennifer Kent – unica regista donna in concorso – il premio della giuria e l suo attore aborigeno il Premio Mastroianni per il miglior giovane.
La giuria ha fatto buone scelte, valorizzando il lavoro dei selezionatori.
Poi ciascuno ha nel cuore un Nemes, uno Tsukamoto, un Guadagnino, che tornano a casa a mani vuote, ma questi son peccati minori.
Il Leone premia Netflix. Non é una novitá di poco conto. Roma era stato scelto da Cannes, poi il boicottaggio l’ha spinto sul Lido.
Al netto della sacrosanta battaglia di esercenti e filiera del cinema, per la sopravvivenza della sala, il problema vero sarà per Cuaron, il cui film sembra destinato a sparire all’interno dello sterminato listino Netflix in cui l’ultima serie tedesca vale quanto un piccolo capolavoro premiato.
A meno che il successo di questa sera non spinga il gigante dello streaming ad immaginare un lancio anche al cinema.
Solo il tempo ci racconterà vincitori e vinti di questa battaglia e se il modello Netflix è destinato a durare e a far felici gli autori, che sinora hanno sempre faticato a trovare produttori così generosi o se è solo un cavallo di troia per conquistare la solita posizione dominante.
Per il resto, il palmares conferma più che scoprire, con premi a registi affermatissimi, trovando spazio persino per i fratelli Coen, con uno dei loro lavori più insignificanti.
Poco spazio invece hanno avuto gli sguardi coraggiosi, innovatori e imperfetti, che pure non sono mancati nel concorso.
Peccato. Perchè il lavoro di una giuria è anche quello di promuovere voci nuove e marginali non solo celebrare quelle note.
La Mostra è finita. Viva la Mostra.
Appuntamento al 28 agosto 2019.
Venezia 75: tutti i vincitori e i link alle nostre recensioni
Leone d’Oro: Roma di Alfonso Cuaron
Gran Premio Speciale della Giuria: The Favourite di Yorgos Lanthimos
Migliore regia: Jaques Audiard per The Sisters Brothers
Migliore attrice: Olivia Colman per The Favourite
Miglior attore: William Dafoe per At Eternity’s Gate
Migliore sceneggiatura: Joel e Ethan Coen per The Ballad of Buster Scruggs
Premio della Giuria: The Nightingale di Jennifer Kent
Premio Mastroianni al miglior giovane attore: Baykali Ganambarr per The Nightingale
Premio Opera Prima De Laurentiis: The Day I Lost My Shadow di Soudade Kaadan
Orizzonti
Miglior film: Kraben Rahu di P.Aroonpheng
Migliore regia: Emir Baigazin per Ozen
Migliore attore: Kais Nashi per Tel Aviv on Fire
Migliore attrice: Natalya Kudryashova per The Man Who Surprise Everyone
Premio speciale della giuria: Anons di M.Coskun
Migliore sceneggiatura: Pema Tseden per Jinpa
Miglior cortometraggio: Kado di Aditya Ahmad