Le due riviste di settore annunciano i preferiti dell’anno e c’è qualche più di qualche sorpresa. Soprattutto perchè si tratta delle riviste dell’industria americana, che dovrebbero celebrare l’autorevolezza della produzione nazionale, innanzitutto.
E invece in vetta ci sono invece molti titoli stranieri, indipendenti, gemme da festival, come Leviathan, Ida, Solo gli amanti sopravvivono, Il regno d’inverno.
Ma il critico dell’Hollywood Reporter è quel Todd McCarthy che, secondo Tullio Kezich, era il miglior critico del mondo, capace non solo di dirci se un film vale la visione, ma anche – cosa fondamentale per l’industria – se ha chance al box office e quale potrebbe essere il suo pubblico di riferimento.
Dopo la scomparsa di Roger Ebert, l’affermazione sembra ancor più plausibile…
McCarthy ha lavorato per una vita a Variety. Poi un lustro fa è passato alla concorrenza, dopo essere stato liquidato in fretta e furia, assieme al collega che si occupava di critica teatrale, in nome delle esigenze di budget.
Ecco la top ten di Tod McCarthy. Davvero molto europea e cinefila. Seguite i link alle nostre recensioni:
1. “Leviathan”
2. “Only Lovers Left Alive”
3. “Birdman”
4. “Ida”
5. “Boyhood”
6. “Foxcatcher”
7. “Wild Tales”
8. “A Most Violent Year”
9. “Selma”
10. “The Grand Budapest Hotel”
E questa è quella di Justin Chang, che ha preso il suo posto a Variety:
1. “Boyhood”
2. “Under The Skin”
3. “The Grand Budapest Hotel”
4. “Winter Sleep”
5. “Foxcatcher”
6. “Bird People”
7. “Gone Girl”
8. “Selma”
9. “Mr. Turner”
10. “Interstellar”
Solo quattro film si sovrappongono: Boyhood, The Grand Budapest Hotel, Selma e Foxcatcher.

