Cannes 2012. Io e te

Io e te ***1/2

Fuori concorso

Volete sapere qual e’ il film piu’ emozionante e commovente di questo 65′ Festival di Cannes?

L’ha diretto un giovanissimo regista di Parma, che non riesce piu’ a camminare e che non faceva film da quasi un decennio, ma che non ha perso la curiosita’ di raccontare il mondo, con lo sguardo limpido di un debuttante.

Il film si chiama Io e te. Bernardo Bertolucci l’ha adattato da un romanzo breve di Ammaniti, assieme a Francesca Marciano e Umberto Contarello.

Ancora una volta i protagonisti sono un uomo e una donna, isolati dal resto del mondo: Lorenzo ed Olivia.

Siamo a Roma, alla vigilia della settimana bianca che il liceo di Lorenzo ha organizzato per i suoi alunni: lui ha quattordici anni e vive in un mondo tutto suo, isolato dai compagni di classe. Ha un rapporto difficile con i genitori, forse separati.

Invece di partecipare alla gita, decide di trascorrere quella settimana nel seminterrato di casa sua, una cantina piena dei mobili della vecchia proprietaria, nobile decaduta.

Lorenzo si e’ organizzato con una certa comodita’: merendine, coca cola, il computer, un romanzo di Ann Rice, il cellulare e tutto quello che gli servira’ per sopravvivere sette giorni.

Improvvisamente pero’ irrompe nel suo nascondiglio Olivia, la sorella che Lorenzo non vede da una vita: le madri sono diverse, lei vive a Catania ed ha dieci anni piu’ di lui.

E’ arrivata a Roma per rincorrere una promessa che non si avverera’. E’ finita in cantina alla ricerca di uno scatolone in cui sono state conservate le sue cose ed ora ha bisogno di un posto in cui nascondersi per disintossicarsi dall’eroina. Passera’ la settimana con Lorenzo, cercando di sopravvivere alla crisi d’astinenza. I due inizieranno finalmente a conoscersi, prima respingendosi, poi pian piano cercando di capirsi e di ritrovare il filo dei ricordi di un passato mai veramente felice.

Costretto per quasi tutto il film nelle quattro mura della cantina, piena di oggi del passato, in cui fa capolino persino una testa mussoliniana, Bertolucci sfrutta ogni angolo possibile ed ogni opportunita’, per allargare lo spazio e superare i limiti del racconto. La sua macchina da presa diventa invisibile e discreta, lasciando alla storia ed ai personaggi il tempo di uscire dalla pagina scritta ed esplodere sullo schermo.

Lo spazio della cantina diventa un mondo nuovo da conquistare, un microcosmo da osservare come quello del formicaio di Lorenzo.

Per lui questi sette giorni saranno un modo per capire meglio se stesso e riconciliarsi con la storia di una famiglia che non ha mai amato, perche’ troppe erano state le omissioni ed i silenzi. Per Oliva invece sara’ un modo di tornare alla vita, pieno di insidie, di tentazioni, di fragilita’, pronte sempre a manifestarsi di nuovo ed a travolgerla.

Bertolucci ci regala un altro piccolo luminosissimo gioiello, pieno di affetti, di tenerezza, di amore per la vita. Nella cantina con i protagonisti c’e’ anche lui, con tutte le sue ossessioni, dal buddismo alla psicanalisi e con tutti i suoi film del passato, da Ultimo tango a La luna, da Prima della Rivoluzione sino a L’assedio, quasi a volerci dire che questo film e’ in fondo una summa ed un nuovo inizio anche per lui.

E non e’ un caso che abbia concesso ai due protagonisti un finale aperto, che modifica quello originale del romanzo di Ammaniti, rendendolo piu’ incerto, meno tragico e disperato.

Jacopo Olmo Antinori e’ il volto perfetto per il silenzioso Lorenzo, con i suoi capelli foltissimi ed arruffati, i suoi occhi grandi e malinconici, ma la vera sorpresa e’ Tea Falco, un’Olivia indimenticabile, di cui la macchina da presa di Bertolucci si innamora ad ogni sequenza. La giovane fotografa catanese ha il fascino conturbante di chi sembra aver abbandonato l’innocenza troppo in anticipo. Il film le regala un personaggio complesso e sfuggente, e lei lo fa interamente suo, donandole molto di se’: basterebbe anche solo vederla quando balla teneramente abbracciata al fratello sulle note di Ragazzo solo, ragazza sola di David Bowie, per capire che oggi, a Cannes, e’ nata un’attrice.

Io e te e’ il racconto di una gioventu’ inquieta, insoddisfatta di se’, incapace di comunicare con le parole, sempre in lotta con padri, autoritari ed assenti allo stesso tempo, che vorrebbe ribellarsi, ma finisce per rimpiangere l’innocenza di un passato svanito troppo in fretta o forse mai veramente esistito. Questa volta pero’ quando i due protagonisti irrompono dans la rue non c’e’ la rivoluzione come in The Dreamers, ma un abbraccio tenero e appassionato ed un un primo piano finale: un fermo immagine di Lorenzo, che sorride.

Lunga vita a Bernardo Bertolucci, eterno ragazzo, innamorato del cinema.

16 pensieri riguardo “Cannes 2012. Io e te”

  1. Si ma quando esce? Io ho visto il trailer a cinema ma la data si sa? Dopo l’estate presumo, ma spero di no.

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