I fratelli Spierig sono cresciuti. I due gemelli australiani avevano iniziato con la mefitica pioggia di meteoriti di Undead e proseguito con il trash ricercato di Daybreakers, ma adesso qualcosa è cambiato. La vena horror è stata abbandonata per un obiettivo più ambizioso, per stimolare la mente con continui dubbi e rivelazioni degni della più antica matrioska russa. Ad ogni bambola una nuova verità, ad ogni scoperta un nuovo quesito, in un loop senza fine il cui unico centro è il tempo.
A partire da classici come Ritorno al futuro, il cinema è sempre stato lo specchio della mente umana, desiderosa di cambiare il proprio destino e di tornare sui propri passi. Il tempo per noi è una grandezza lineare e non riavvolgibile, il cui unico difetto è di scorrere troppo in fretta. E se potessimo controllarlo? Se potessimo tornare indietro o guardare avanti per cambiare il corso degli eventi? Rischieremmo di rimanere bloccati in un paradosso come il Bruce Willis di Looper, oppure potremmo salvare delle vite come in Minority Report, ma immaginare un destino come Predestination sarebbe impossibile.
L’illusione di poter controllare l’incontrollabile diventa la morale di uno sci-fi di ampie vedute, rendendo il colpo di scena il suo ritornello preferito. Nessuna certezza e neanche l’ombra della tanto temuta “noia” danno spazio ad una fantascienza senza tempo, in un thriller serrato ed avvincente, sintomo di un lungo percorso di maturazione. Michael e Peter Spierig hanno abbandonato le puerili pulsioni per dedicarsi ad un progetto che potrebbe essere un capostipite del genere. Di sicuro è una pellicola figlia di percorsi già affrontati come Source code o L’esercito delle 12 scimmie, ma non per questo la si può definire priva di originalità.
Predestination è un film che stravolge i canoni ed utilizza vecchie trovate per definirsi innovativo. E’ l’arrivo di molti percorsi ed il punto di partenza di nuove considerazioni. Non si può bloccare il progresso, ma bisogna avere coscienza delle turbolenze che può creare. Alcune volte si rischia di essere figli e non padri delle proprie creazioni nell’incapacità di mantenere il corretto ordine delle cose.
Riflessioni, domande, risposte e conseguenze sono gli ingredienti più succosi di un film rivelazione in questa torrida estate. Sotto l’ombrellone si leggono romanzi “rosa”, ma al cinema la grande macchina della finzione non si ferma, regalando 97 minuti memorabili.
Unico difetto è un preambolo troppo pesante nell’economia del film: 45 minuti introduttivi necessari, ma evitabili al momento del bilancio finale. Forse serviva un po’ più di sostanza, forse manca un po’ di verve alla partenza, ma Predestination è la rivelazione estiva che tutti stavamo aspettando.