Grand Central **
Melo’ ben scritto ed interpretato da un cast francese di primissimo livello, Grand Central ha nell’ambientazione inconsueta il suo punto di forza.
Il protagonista Gary e’ un giovane ventenne con un passato ingombrante alle spalle. Trova lavoro presso una centrale nucleare, nella squadra di operai addetti alle pericolosissime manutenzioni.
Qui viene accolto come in una grande famiglia da Gilles, il caposquadra, da Toni, il suo braccio destro, e dagli altri ragazzi del gruppo.
A turbare l’equilibrio ed il cameratismo che si e’ venuto a creare, ci pensa Karole, la bellissima e conturbante promessa sposa di Toni. Anche lei lavora alla centrale nel reparto lavanderia.
Il triangolo e’ classico e prevedibile, ma complicato dalle dinamiche della centrale, dal lavoro rischiosissimo a cui tutti sono sottoposti e dalle tensioni che nascono ad ogni piccolo, ma letale incidente.
La forza del racconto della Zlotowski (Belle epine) e’ tutta nei perfetti protagonisti capitanati dal solito esuberante Olivier Gourmet.
Belli e dannati Tahar Rahim e Lea Seydoux, che mettono in mezzo Denis Menochet, gia’ nel prologo di Bastardi senza gloria.
Cinema medio, senza vette e senza cadute. Ordinaria amministrazione di un festival da cui si attende di piu’.