Cannes 2023. Close Your Eyes – Cerrar los ojos

Close Your Eyes – Cerrar los ojos ***

Il ritorno al cinema del venerato Victor Erice è uno degli eventi di Cannes 76.

Basco, ormai ottantenne, già critico cinematografico, poi regista, ci ha lasciato solo tre film: il primo, Lo spirito dell’alveare, scoperto alla Semaine del 1973 e poi diventato oggetto di culto, seguito da El Sur del 1983 e infine dal documentario sull’artista spagnolo Antonio López García Il sole della mela cotogna del 1992.

Il tentativo vano di portare sullo schermo l’adattamento del romanzo El embrujo de Shangai di Juan Marsé, lo allontana definitivamente dal set.

Dopo trent’anni, Victor Erice è tornato però dietro la macchine da presa per questo dolente Cerrar los ojos, una sorta di testamento artistico e morale, malinconico e denso di presagi.

Il film si apre con la scena iniziale di un altro film, La mirada de l’otro, che lo scrittore e regista Miguel Garay ha dovuto interrompere nel 1990 a causa della sparizione improvvisa del suo attore protagonista, Julio Arenas.

I due si erano conosciuti al tempo del servizio militare in marina, si erano scambiati ragazze ed esperienze, erano stati in prigione assieme per motivi politici, si apprestavano a coronare la loro amicizia sul set.

Sono passati oltre vent’anni, siamo nel 2012, ma di Arenes si sono perse completamente le tracce. Ma non si è mai nemmeno trovato il corpo. Un programma televisivo intende rimettere tutto in discussione, intervistando Miguel, la figlia di Arenas, un giornalista che l’aveva visto fuggire dal set con una donna e mostrando le immagini del film perduto.

Per il regista, che ha abbandonato il cinema da allora e che vive ormai appartato in una roulotte vicino al mare, in una piccola comunità di espatriati, è l’occasione per fare i conti con se stesso, con il proprio passato e con quello che poteva essere e non è stato.

Grazie al programma, un’assistente sociale si metterà in contatto con Miguel: ma l’uomo senza documenti e senza identità che la donna sembra aver riconosciuto è davvero Arenas?

Il film di Erice è un viaggio nella memoria personale e nel cinema, vibra di autenticità e inevitabilmente richiama suggestioni autobiografiche. Tuttavia in questa storia di occasioni mancate e ricordi perduti è l’umanità dei personaggi a emergere in modo dolente e malinconico.

Il tempo non è passato invano sui volti dei personaggi: nessuno è più quello che era un tempo, le foto che si scambiano, i libri con le dediche perduti e ritrovati, gli oggetti del set, la pellicola e i cinema chiusi e riaperti, sono tutti segni di un mondo lontano.

I personaggi di Cerrar los ojos vivono un presente pieno di rimpianti, sembrano tutti rimasti fermi all’evento che ha sconvolto le loro vite.

Eppure, anche se “i miracoli accadono solo nel cinema di Dreyer”, il film di Erice vuole raccontarci che il cinema può essere ancora un’esperienza taumaturgica, uno spazio di incontri e di fantasmi.

Il tempo fermato per sempre e impresso sulla pellicola ci riporta a quello che eravamo e forse non siamo più stati.

Animato da una tenerezza indicibile e dallo spirito rasserenato di chi sembra aver accettato le sconfitte della vita, senza esserne piegato, Cerrar los ojos è un piccolo grande viaggio nel tempo perduto e nel cinema che non si è più fatto.

Un regalo prezioso che Erice ha fatto a tutti noi e che il Festival di Cannes ha giustamente voluto condividere.

Da non perdere.

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