Berlinale 2019. Conferenza stampa de La paranza dei bambini

Esce domani nelle sale italiane La paranza dei Bambini, film di Claudio Giovannesi tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano. Un ritratto brutale di un gruppo di ragazzini che prende il controllo del proprio quartiere di provenienza, sopperendo a un vuoto di potere originato dall’arresto dei boss locali.

“Non abbiamo mai avuto un intento sociologico”, commenta Giovannesi, “ci siamo avvalsi dell’aiuto di De Sica e De Filippo per catturare l’anima della Napoli popolare e abbiamo messo al centro della narrazione un’adolescenza contaminata dal clima criminale in cui si trova immersa”. I dettagli cruenti vengono marginalizzati, la prospettiva è quella delle emozioni: “Abbiamo voluto provare a trasmettere quello che si prova ad avere 15 anni, migliaia di euro in entrate a settimana e la consapevolezza che nel giro di qualche anno le uniche opzioni saranno la morte o la galera”, continua Saviano.

Qualcuno ne approfitta per strappare commenti sul tentativo da parte di Salvini di privarlo della scorta: “Al di là della questione personale, per chi scrive e racconta l’Europa non esiste più un territorio salvo”, commenta “io sono sereno nella mia attività, non mi farò intimidire da questo tipo di minacce. Penso sia l’ennesima violazione di democrazia messa in atto in Italia di questi tempi, ma avremo modo di parlarne meglio in futuro”. Tempo di un’ovazione e si torna agli affari. Quando ai ragazzi del cast – giovanissimi, esordienti, direttamente dai quartieri periferici di Napoli – viene chiesto di pensare a un’alternativa alla malavita per chi cresce in situazioni di disagio, tutti parlano di “iniziativa personale”, di “avere passione e credere nei propri sogni”. Saviano entra a gamba tesa: “Notate come tutti i ragazzi puntano sull’individualità? Parlare di sogni non è superficiale o romantico, è una risposta al fatto che ormai è completamente scomparsa la possibilità di riferirsi a un progetto istituzionale”.

In definitiva, “con questa pellicola entriamo nello schema di pensiero di chi nelle armi vede una sorta di lampada di Aladino in grado di esaudire ogni desiderio”, continua Saviano. Conclude Giovannesi: “Non penso che educare sia compito del cinema, non ho mai avuto un intento pedagogico. Io, Roberto e il cast abbiamo lavorato per portare su grande schermo il tema della perdita dell’innocenza, speriamo al più che aiuti a generare consapevolezza su un fenomeno sempre più diffuso”.

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