Paris, Summer 1979. Anne produces third-rate gay porn. After her editor and lover Lois leaves her, she tries to win her back by shooting her most ambitious film yet with her trusted, flaming sidekick Archibald.
But one of her actors is brutally murdered and Anne gets caught up in a strange investigation that turns her life upside-down.
Il secondo film di Yann Gonzales, rivelatosi alla Semaine del 2013, con Les rencontres d’après minuit, poi premiato al Milano Film Festival, è un omaggio piuttosto funereo al giallo all’italiana, quello che Argento, Bava, Fulci, Martino hanno codificato nei primi anni ’70 e poi esportato in tutto il mondo, grazie all’enorme influenza dei loro lavori.
Gonzalez cerca in questo Un couteau dans le coeur di restituirne pedissequamente le atmosfere malsane, attraverso la struttura a thrilling, l’uso privilegiato delle armi bianche, certe ambientazioni bucoliche, la recitazione minima, i dialoghi da romanzetto pulp.
Solo che il ricalco si vede tutto, il film è un postmoderno fuori tempo massimo e dopo un po’ annoia profondamente, se non si riesce a prendere l’operazione di Gonzalez per quella che è, ovvero un gioco cinefilo, divertito e furbo in parti uguali.
La protagonista è Anne Paréde, regista e produttrice di quelli che al tempo di chiamavano blue movie, di stampo omosessuale. Nella sua piccola corte di attori, collaboratori e fluffer, l’unica altra donna è la montatrice Lois, che dopo essere stata sua amante per dieci anni ha deciso di lasciarla.
Anne non se ne dà pace e vaga per la notte parigina sempre con una bottiglia di whiskey in tasca, mentre un serial killer mascherato, fa fuori, uno dopo l’altro tutti gli attori della sua troupe, pugnalandoli con un fallo nero, che cela un coltello a serramanico.
La polizia brancola nel buio e nessuno oltra ad Anne sembra interessato a risolvere il caso. Un piuma nera trovata sul luogo del delitto la porta in una foresta fuori città, dove scopre gli indizi di un vecchio caso, che potrebbe essere collegato al suo.
Nel frattempo gli omicidi proseguono implacabili, così come le riprese del suo ultimo film Homocidal, il suo capolavoro, che prende spunto proprio dalle indagini, in un curioso rispecchiamento di vita e arte, che sarà la soluzione anche del giallo.
Il film è già tutto nella sequenza iniziale che sembra rubata al rough cut di Cruising. Il film si mantiene sul confine tra la farsa queer e l’omaggio di genere, mettendo alla prova la pazienza del suo pubblico.
Su tutto incombe un’aura da cult movie, se ancora neesistessero, in un’epoca che tritura tutto e lo brucia nello spazio di una settimana. Anche in questo caso Un couteau dans le coeur arriva troppo tardi.
La recitazione straniata della Paradis, evoca l’epiteto indimenticabile del Ferretti di Boris, ma i più benevoli tra noi confidano che sia voluta.
Alla fine quello che resta è un divertissement, per pochi fans devoti, che lascia il tempo che trova.
E’ giusto che il festival rappresenti nel suo concorso la pluralità degli sguardi e del fare cinema oggi, ma forse un film come questo sarebbe stato più adatto come proiezione di mezzanotte.
CREDITS
Yann GONZALEZ – Director
Yann GONZALEZ – Script / Dialogue
Christiano MANGIONE – Script / Dialogue
Anthony GONZALEZ – Music
Nicolas FROMAGEAU – Music
CASTING
Vanessa PARADIS – Anne
Nicolas MAURY – Archibald
Kate MORAN – Loïs
Jonathan GENET – Guy
Khaled ALOUACH – Nans / Fouad
Félix MARITAUD – Thierry
Noé HERNÁNDEZ – José
Thibault SERVIÈRE – Misia
Bastien WAULTIER – Karl
Bertand MANDICO – François
Jules RITMANIC – Rabah
Pierre PIROL – Bouche d’Or
Dourane FALL – Fabio
Romane BOHRINGER – Cathy
Elina LÖWENSOHN – La mère de Guy
Yann COLLETTE – Inspecteur Morcini
Jacques NOLOT – Mr Vannier
Florence GIORGETTI – Taulière dark room
Julie BRÉMOND – Jeune prostituée
Bertrand DE ROFFIGNACE – Lacotte