Capitan Harlock 3D *1/2
Del manga di Matsumoto – all’origine della serie classica del ’78 – con il Pirata dello Spazio bendato e misterioso, che lotta per la sopravvivenza della Terra a bordo della sua nave Arcadia, non resta molto.
Il reboot a cura di Shinji Aramaki sembra aver preso a modello tutto un altro universo narrativo, per questo Harlock.
Il mondo dei videogame e l’estetica plastificata della performance capture alla Zemeckis, innanzitutto. Quindi Star Wars, saccheggiato in lungo ed in largo, con le armature, le dinamiche dei personaggi e persino gli ologrammi. Infine la serie di Jackson tratta da Tolkien, con cloni di Galadriel e di Saruman e l’attitudine a complicare inutilmente le trame, stressando la storia sino a due ore, che sembrano infinite.
Soprattutto per l’assenza di un qualsiasi motivo originale, nella trama, nello svilupo dei personaggi, nelle soluzioni visive scelte.
Detto che la performance capture giapponese è all’altezza di quella americana e che il 3D è del tutto inutile ed estraneo alla concezione del film, questo film d’animazione non rende giustizia neppure ai fans nostalgici della serie classica, resa immortale anche grazie ad una sigla della Banda dei Bucanieri.
Quello che rimane è il solito risaputo racconto apocalittico-ecologista, con la Terra devastata dall’uomo, dove sembra impossibile ritornare. Eppure…
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