Fruitvale Station **1/2
Tanto rumore per nulla? Vincitore di entrambi i premi principali al Sundance, acquistato da Weinstein ed arrivato a Cannes sull’onda delle lodi della stampa americana, questo Fruitvale Station è il classico film indie americano a basso costo. Con tutti i suoi limiti di messa in scena ed i punti di forza nelle interpretazioni di un cast ispiratissimo e credibile.
Tratto da una storia vera ed incorniciato all’inizio ed alla fine dalle vere immagini del protagonista e dei suoi amici, Fruitvale Station e’ ambientato nel corso dell’ultimo giorno dell’anno 2008, nei sobborghi di Los Angeles.
Il protagonista, Oscar, ha perso il lavoro e tradito la madre di sua figlia, la piccola T. La tensione è palpabile sin dal mattino. Il film descrive la lunga giornata di Oscar, nella sua quotidianità più ordinaria. E’ il compleanno della madre: dopo averle fatto visita, con la compagna, si dirige in città per festeggiare il capodanno.
Sulla metro scoppia una piccola rissa, subito sedata. Arriva però sul posto la polizia che trasformerà un incidente da nulla in una tragedia.
Il film si giova della bella interpretazione di Michael B.Jordan e di Melonie Diaz e Octavia Spencer, ma non ha un vero e proprio crescendo narrativo, anche perchè Coogler se lo brucia sin da subito, mostrando nel prologo le vere immagini di Oscar, ripreso dai passeggeri della metropolitana, proprio nel momento in cui veniva vessato dalla polizia.
Il film non spinge il pedale della denuncia. Anche perchè il razzismo degli agenti americani è noto, ma in questo caso si è trattato piu’ che altro di un gesto insensato e incomprensibile, non dettato da altro se non dalla disponibilità sempre eccessiva di armi da fuoco e dalle mani tutt’altro che fredde della polizia.
Regia invisibile, con tanta macchina a mano e primi piani degli attori, che poco aggiungono alla noia di una vicenda che procede per un’ora verso un finale gia’ annunciato dalle primissime immagini.
Una mezza delusione.
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