Venezia 2012. Spring Breakers

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Spring Breakers ***

In concorso

Il ritorno di Harmory Korine, enfant prodige del cinema indie americano degli anni ’90 non poteva essere più dirompente e sensazionale.

Quattro amiche del cuore sognano lo spring break al sole della Florida. Non hanno soldi a sufficienza, ma la voglia di evadere da un contesto che appare troppo costrittivo e senza uscita, è fortissimo.

Due di loro, Candy e Britt, aiutate da Cotty prendono a prestito la vecchia auto di un professore e con delle pistole ad acqua e un martello, rapinano un ristorante.

Assieme a Faith, che sembra tutta casa e preghiere, possono così prendere l’autobus che le condurrà in un viaggio allucinante e senza freni.

In Florida sperimentano la follia dei party senza fine, tra birra a fiumi, superalcolici, cocaina, fumo e provocazioni sessuali.

Finiscono in cella, dopo una retata della polizia, ma giunge in loro soccorso un gangster, con il pallino della musica, Alien. Paga la loro cauzione e le porta a casa sua.

Pian piano il gruppo di quattro si sfalderà, Faith prima e Cotty poi torneranno a casa. Per Candy e Britt invece il destino sarà molto diverso.

Il film di Korine è una fatasmagoria pop, amorale e sfrenata, un gigantesco sberleffo al sogno americano, alla provincia funebre tanto quanto al divertimentificio della Florida.

Korine ne ha per tutti, dal gangster bianco che sogna Scarface e suona Britney Spears, ai giovani repressi che per una settimana all’anno vengono travolti dai peggiori istinti. Per non parlare del duo delle protagoniste, che si improvvisano bad girls, fino a diventarlo veramente.

Salvo poi confessare ai genitori al cellulare, che tutto va bene, che hanno fatto le brave, promettendo di aver capito il vero senso della vita!

Korine usa immagini di repertorio e riprese dal vero, monta e rimonta lo spring break delle quattro ragazzine, con flashback e flashforward di puro stile. Annega tutto in luci fluo e musica tamarra, facendo esplodere i corpi, le facce, i volti di una gioventù irrimediabilmente perduta.

James Franco è strepitoso, sboccato, fuori misura e fuori tempo. Le quattro passano attraverso il film con la ferocia anestetizzata di un serial killer.

Se il sogno americano si è trasformato in questo incubo di soldi e mitragliatrici che sparano come in un video-gioco, allora forse tutto è perduto.

Korine guarda l’abisso, senza fare la morale, ma sbattendolo in faccia a tutti, con l’ironia nera di cui è capace. Il suo film è una bomba ad orologeria scandita dal rumore costante delle semi-automatiche.

Forse siamo impazziti, ma a noi Spring Breakers è sembrato davvero l’epitaffio di una generazione disperata ed annoiata, cresciuta nel nuovo millennio.

La fine è vicina, avrà la faccia simpatica di una quindicenne bionda.

Cartoline dall’inferno.

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