Le prime due puntate della miniserie HBO, diretta e prodotta dal wonder boy Sam Levinson (Euphoria), arrivano a Cannes dopo i rumors infiniti legati alla complicatissima produzione e profumano già di scandalo.
Nata da un’idea del cantante e produttore canadese Abel “The Weeknd” Tesfaye con Reza Fahim e Levinson, la serie ha subito un radicale cambio di direzione quando la regista Amy Seimetz, dopo aver girato quasi l’80% della serie in sei mesi di riprese, ha deciso di abbandonare tutto ad un passo dalla fine.
Levinson e Tesfaye completamente insoddisfatti di quello che avevano tra le mani decidono quindi di rigirare tutto, riscrivendo completamente la storia della popstar plagiata da un produttore, capo di una setta misteriosa, mettendo la sordina agli elementi legati alla dimensione del culto, privilegiando invece la storia d’amore tra i due personaggi principali, da una prospettiva maschile e inserendo una quantità di scene di nudo e di sesso, che avrebbe fatto arrossire persino gli executive della HBO di dieci anni fa.
La promessa in effetti pare essere stata rispettata, perchè i due episodi mostrati a Cannes cominciano con uno shooting fotografico che degenera e costringe i manager della star Jocelyn a richiudere in un bagno l’intimacy coordinator, per evitare che si metta in mezzo e con lo scandalo di una foto della cantante diffusa online, che la ritrae subito dopo una fellatio.
Dopo un anno difficile, in cui la giovanissima Joselyn ha annullato un tour mondiale, a seguito della depressione insorta con la morte della madre per un tumore, la sua casa discografica è sul punto di lanciare il nuovo singolo, World Class Sinner.
Dopo lo shooting e lo scandalo della foto di revenge porn diffusa online, Jocelyn è impegnata nelle riprese del video che accompagnerà il singolo. Il tutto lo sguardo di una giornalista di Vanity Fair, incaricata di seguire il suo ritorno.
La sera in un club di L.A., cercando di rilassarsi assieme alla sua assistente personale e ad una delle sue ballerine, conosce Tedros, il mellifluo proprietario. Un tipo untuoso, con una ridicola coda di cavallo, che tuttavia sa come toccare le corde giuste della fragile Joselyn.
Nella notte producono nel suo studio una versione ancora più esplicita e ammiccante del suo singolo, che i manager di Joselyn tuttavia respingono al mittente.
Le riprese del video si trasformano in una mezza catastrofe, tra le difficoltà di Joselyn e quelle dei tecnici della troupe.
La sera poi Tedros e i suoi amici vengono invitati dalla popstar nella sua fantasmagorica magione: tra alcol e coca, sesso e musica, una nuova strada sembra improvvisamente possibile per Joselyn.
Come sempre abilissimo nel raccontare le fragilità emotive della generazione Z, il desiderio di autoaffermazione e le menzogne del successo, Levinson questa volta sembra un po’ girare a vuoto, rimanendo sulla superficie delle cose. In tv a casa di Jocelyn compaiono immagini di Basic Instinct ed è quasi una dichiarazione d’intenti.
E qui la superficie coincide in tutto e per tutto con il corpo conturbante anche se acerbo di Lily-Rose Depp, esplorato in ogni recesso, concupito, esposto al martirio della carne e al piacere del sesso.
La parte narrativa è ancora acerba anche se siamo dalle parti del Pigmalione e di E’ nata una stella: due sole puntate sulle sei girate sono troppo poco per dire qualcosa di sensato, ma è evidente che Levinson e Tesfaye si sono affidati interamente al fascino conturbante della Depp, qui in un ruolo di quelli che plasmano una carriera, a dir poco.
Il regista di Malcolm & Marie mette persino la sordina ai suoi celebratissimi dialoghi, in una storia che tocca altre corde, tuttavia finora piuttosto risapute.
Se i produttori cercavano lo scandalo per lanciare una serie su cui già si riversava l’attenzione morbosa dei numerosissimi fans di Levinson, probabilmente l’hanno trovato.
Il giudizio rimane sospeso, tuttavia è evidente che rispetto alla coralità e alla ricchezza psicologica di Euphoria, qui la scelta è un’altra, prevale il ritratto di un singolo carattere, attorno a cui ruotano parassitariamente troppi personaggi minori.
Piccola curiosità: la villa in cui vive Joselyn è in realtà quella di Tesfaye, che Levinson ha convinto a mettere a disposizione, per tagliare drasticamente i costi di una produzione fuori controllo.
To be continued…