In occasione del lancio su Netflix del nuovo film di Noah Baumbach, ripubblichiamo la recensione scritta durante il Festival di Cannes.
The Meyerowitz Stories (New and Selected) **
The intergenerational tale of adult siblings contending with the influence of their aging father.
Il decimo film di Noah Baumbach, sceneggiatore e regista newyorkese di Brooklyn, e’ l’ennesimo ritratto minimalista di una famiglia disfunzionale.
I Meyerowitz che vediamo nel film sono cinque, suddivisi in tre diverse generazioni: c’e’ innanzitutto il capofamiglia Harold, artista minore, professore in pensione, con quattro matrimoni alle sue spalle e tre figli da diverse mogli, che hanno tutti subito la sua personalita’ invadente e la sua incapacita’ d’affetti.
La sua universita’ sta per dedicare una mostra alle sue opere giovanili ed i figli si riuniscono al suo capezzale.
Il piu’ grande Danny e’ un pianista fallito, che gira in calzoni corti e si prende cura della figlia Eliza, matricola nella stessa universita’ del nonno, per studiare cinema con esiti quantomeno discutibili.
Poi c’e’ la taciturna e letargica Jean, che nasconde un segreto d’infanzia che sara’ il suo contributo alle storie di famiglia.
Quindi c’e’ il piu’ giovane Matthew, che si occupa di real estate a Los Angeles con grande successo, ma che subisce ancora i pregiudizi del padre sulla carriera e sul talento artistico.
Quando Harold e’ costretto in ospedale per un delicato intervento al cervello, i tre figli si trovano a dover affrontare i problemi di un’eredita’ cosi’ pesante.
Il film non aggiunge molto a quanto gia’ sapevamo di Baumbach, che sembra copiare diligentemente temi, atmosfere, milieu e persino colori dai film di Woody Allen degli anni ’80, quelli illuminati da Carlo di Palma e Sven Nykvist.
Questa volta peraltro i consueti rovelli sull’essere artista e sul rapporto tra ispirazione e successo rimangono in secondo piano, rispetto ad una storia che punta ai legami familiari.
Non che sia brutto, intendiamoci, ma The Meyerowitz Stories suona vecchio, vecchissimo: che Allen ad 80 anni e dopo 45 film tenda a ripetere se stesso si puo’ anche capire, che lo faccia Baumbach pero’…
Superfluo.
CREDITS
Noah BAUMBACH – Director
Noah BAUMBACH – Script / Dialogue
Robbie RYAN – Cinematography
Randy NEWMAN – Music
Jennifer LAME – Film Editor
Paul HSU – Sound
CASTING
Adam SANDLER – Danny Meyerowitz
Ben STILLER – Matthew Meyerowitz
Dustin HOFFMAN – Harold Meyerowitz
Elizabeth MARVEL – Jean Meyerowitz
Grace VAN PATTEN – Eliza
Emma THOMPSON – Maureen