Blondie *
Giornate degli Autori
“Blondie ovvero l’apologia dell’ictus” (Claudio Fasola)
Sarebbe sufficiente l’aforisma di uno dei nostri collaboratori, per dire l’inutilità suprema di questo film, presentato nelle solitamente interessanti Giornate degli autori.
In una famiglia svedese guidata da una madre tirannica, tre sorelle accorrono per festeggiarne il suo settantesimo compleaanno. Nella grande casa di famiglia si ritrovano Elin, che fa la modella (taglie forti, ormai), tutta cocaina e risentimenti, Katarina è un medico, sposa infelice, che se la fa con un giovane collega, secondo i peggiori stereotipi da pronto soccorso, ed infine Lova, la più giovane che vive a Londra ed è una figurina scialba, sempre pronta allo senimento.
Ci sono scheletri nell’armadio, fughe precipitose, vendette e contrasti. L’ictus che colpisce la madre metterà provvidenzialmente le cose a posto. Una volta risvegliatasi, la donna sarà un’altra persona: comprensiva, dolce, affidabile, materna.
Anche le figlie perderanno le loro cattive abitudini ricongiungendosi in una foto finale che suona falsa come una moneta da 3 euro.
Blondie di Jesper Ganslandt è un film debolissimo, mal recitato, assai poco credibile e vuoto. Non aggiunge nulla al clichè delle famiglie nordiche disfunzionali e lo fa con uno stile laccato e glaciale, che asseconda la fragilità delel sue bionde.
Nulla da salvare.