Secondo l’informatissima Anne Thompson di Indiewire, Netflix ha deciso di non inviare i propri film ai festival del 2020 nè ovviamente i loro autori ed attori a promuoverli.
Nonostante, come di consueto, Netflix abbia in lavorazione un pugno di titoli ad hoc per puntare agli Oscar anche quest’anno, pare che Ted Sarandos abbia deciso di saltare per intero la stagione dei festival, sia pure ridimensionati, come saranno nel corso del 2020.
Tra i loro film di punta si segnalano Mank di David Fincher con Gary Oldman e Amanda Seyfried sulla scrittura di Quarto Potere, Hillbilly Elegy di Ron Howard con Amy Adams, il nuovo film di Charlie Kaufman I’m Thinking of Ending Things con Toni Collette e Jesse Plemons; Ma Rainey’s Black Bottom, interpretato da Viola Davis, Denzel Washington e Chadwick Boseman; l’opera prima che ha debuttato al Sundance di Radha Blank The 40-Year-Old Version e il nuovo film di Ramin Bahrani White Tiger.
Quello che sembrava impensabile in una stagione normale, sta diventando una scelta reale per Netflix, che negli anni passati ha sempre lanciato i suoi film a Venezia o New York, a Toronto o Telluride: da qui sono partiti Roma, The Irishman o Storia di un matrimonio.
Ovviamente le lavorazioni di questi film potrebbero essere in ritardo, compromettendo la loro partecipazione in ogni caso. Inoltre i festival sembrerebbero poter funzionare solo con un audience regionale al massimo e a ranghi ridotti, senza glamour e red carpet.
Il possibile slittamento della cerimonia degli Oscar è un altro elemento chiave, che potrebbe influire, allungando la stagione e diminuendo l’importanza pubblicitaria dei festival d’autunno.
Netflix peraltro acquistando il Paris Theatre di New York e l’Egyptian Theatre di Los Angeles ha trovato anche uno spazio proprio per presentare i suoi film a stampa e addetti ai lavori.