Cinema con vista: Fantastic 4

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Fantastic 4

Di “fantastico” c’è solo il titolo. Tutto il resto è pura agonia. Cento minuti di occasioni perse e pessima regia non riescono ad impietosire davanti al tracollo dei supereroi, colpevoli di superficialità e mancanza d’inventiva. Tuttavia sarebbe troppo facile accanirsi sulla produzione o sul promettente giovane dietro la macchina da presa, quando il vero tassello mancante è l’originalità. La fantasia ha ceduto il passo agli incassi sicuri, alla voglia di guadagnare ed alla necessità di portare sul grande schermo qualsiasi supereroe esistente, magari concedendogli un reboot se il primo franchise aveva raccolto scarsi consensi. Purtroppo il passo è stato più lungo della gamba e questi sono i risultati.

Josh Trank è un giovane regista dalle grandi ambizioni, il cui indubbio talento l’aveva portato ad ampi riconoscimenti da parte di critica e pubblico. Con Chronicle era riuscito a fornire uno sguardo diverso sul mondo dei superpoteri, quello di un gruppo di ragazzini incapaci di controllare i doni ricevuti perché troppo umani, o meglio troppo reali. Invece i giovani di Fantastic 4 sembrano aspettare quel momento da una vita e le loro mutazioni hanno poca più rilevanza di un pacchetto sotto l’albero di Natale. L ‘originalità del primo film si è persa nella necessità di uniformarsi ad un mercato ormai saturo di uomini volanti e personaggi dai buffi costumi.

La prima mezz’ora potrebbe anche funzionare, ambientata tra aule di scuola e laboratori che sembrano essere il parco giochi di giovani cervelloni, ma poi tutto cambia. Solo per un attimo s’intravedono la paura e l’orrore negli occhi dei prescelti, per poi tornare alla classica superficialità, vera protagonista del film. Si potrebbe lavorare sulle emozioni positive o sulla disperazione per la vita normale ormai perduta, ma ci si limita a dar spazio ad una sceneggiatura sopra le righe e lacunosa, costellata di battute prive di una vera autonomia. Risposte monosillabiche si alternano a periodi semplici privi di alcuna subordinata, finendo col regalare frasi da cioccolatino nei momenti di maggiore tensione.

Purtroppo neanche le relazioni interpersonali sono credibili, o meglio funzionerebbero soltanto per un pubblico under 14. La natura dei problemi del Dottor Destino rimane un mistero, per non parlare degli screzi familiari poco approfonditi e frutto di anni di irripetibili clichè.

Quando tutto va a rotoli le ultime speranze vengono riposte negli effetti speciali, vera certezza nei film sui supereroi di questa generazione, abituati ad esplosioni ed epiche battaglie su questo o quel pianeta, ma anche qui si scade. In confronto i costumi dell’Alien di Ridley Scott erano molto più efficaci ed eravamo nel 1979, privi di tutte le meraviglie tecnologiche odierne ma lo stesso vogliosi di stupire e rendere reali creature provenienti da altri mondi. In questo caso, nel 2015, con la computer-grafica non si è riusciti a rendere credibile la cosiddetta “altra dimensione” e l’evanescente villain di turno non sembra altro che un uomo con lo scafandro.

Fantastic 4 rappresenta tutto ciò che sul grande schermo non si dovrebbe mai vedere, facendo scuola all’incontrario ed attirando le critiche di una platea che ormai si sogna gli Avengers anche di notte. Forse i giudizi sono stati troppo negativi e questo film rappresenta il parafulmine per chi ne ha la misura colma, ma nonostante tutto è, e rimarrà, una pellicola vietata agli over 14.

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