I soliti idioti 2 in sala a novembre

Dopo il successo e le polemiche legate al primo episodio, Biggio e Mandelli ritornano con I soliti idioti 2, il prossimo novembre.

Il produttore Valsecchi, forte degli oltre dieci milioni incassati dal primo adattamento dei personaggi nati su MTV, ci riprova.

Un mese dopo uscirà anche il nuovo film di Checco Zalone, altro fenomeno della scuderia Valsecchi/Medusa.

La notizia di una nuova avventura dei soliti idioti ci spinge a riflettere a mente fredda sul loro successo e sulla necessità di esportare talenti televisivi che funzionano benissimo sul piccolo schermo, dove la loro carica sovversiva, anticonformista e sboccata è dirompente, ma che nel passaggio al cinema finiscono per sembrare spaesati, fragili, inconsistenti.

Vale per Zalone e Albanese, capaci di interpretare personaggi entrati nell’immaginario collettivo televisivo con grande efficacia, ma che risultano sbiaditi quando sono ripresi sul grande schermo.

Lo stesso succede a Biggio e Mandelli. Il loro primo film vale per la straordinaria caratterizzazione di Father& Son, specchio di un paese gerontocratico, sessista, insensibile. Ma certo la struttura narrtiva è esilissima, gli altri personaggi (la coppia omosessuale, i ricchi vestiti da tennisti, il ragazzo delle spedizioni e l’impiegata nullafacente), si perdono completamente per strada, lasciando tutto il peso del film sulle spalle forti di Ruggero e Gianluca De Ceglie.

Siamo obbligati, ancora una volta, a constatare l’amatorialità di una sceneggiatura, che finisce per limitarsi a cucire assieme degli sketch, più o meno riusciti, e di una regia prona alla performance attoriale, che non solo non aggiunge nulla, ma mortifica i tempi comici dei due attori.

Peccato, perchè la saga dei De Ceglie avrebbe meritato un contesto più forte, solido, capace di superare il successo effimero del momento.

E’ il cinema che manca in questi film. Quella capacità di costruzione del racconto, anche episodico, che pure aveva fatto la fortuna della prima ondata dei comici televisivi degli anni ’80, da Troisi a Verdone, da Nuti a Benigni.

Oggi l’unica preoccupazione è di fare in fretta, per raccogliere il massimo (degli incassi) con il minimo sforzo, sfruttando l’ondata di popolarità televisiva, prima che qualche altro fenomeno si affacci sul piccolo schermo.

E’ una strategia dal fiato corto, che regalerà presto qualche amara sorpresa, com’è già capitato ai cinepanettoni di De Laurentis ed alle commedie dei Vanzina & co.

A chi tocca questa volta?

Pubblicità

E tu, cosa ne pensi?

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.