The Midnight Sky

The Midnight Sky **1/2

Circolo polare artico, Osservatorio Barbeau. Febbraio 2049.

Il prof. Augustine Lofthouse, malato terminale, è l’unico a rimanere alla base, mentre tutto il personale viene evacuato di corsa.

Nel frattempo la nave spaziale Aether viaggia verso la Terra di ritorno dal pianeta K-23, una luna di Giove, che proprio Augustine ha individuato come compatibile con la vita umana.

Non riescono però a ricevere o inoltrare comunicazioni con la base.

Augustine, che è rimasto all’osservatorio per cercare proprio di mettersi in contatto con la Aether, si accorge che l’unica antenna funzionante è ancora più a nord, a Lake Hazen. Scopre tuttavia di non essere solo, come immaginava…

Il nuovo film di George Clooney tratto da un romanzo di Lily Brooks-Dalton, La distanza tra le stelle, si muove sulle coordinate di una comunicazione impossibile tra la Terra e lo Spazio.

Il montaggio del premio Oscar Stephen Mirrione alterna sapientemente i due set, quello artico, ripreso in Islanda e quello spaziale.

La luce iridescente e il bianco della Terra si contrappone al nero luminoso della galassia e agli spazi interni dell’astronave, curiosamente disegnata con tratti che richiamano le forme della natura, petali, ragnatele, grotte.

E’ un’avventura doppia quella dei protagonisti di The Midnight Sky, che riconnette spazio e tempo, in un percorso di avvicinamento che solo alla fine chiarirà i suoi motivi affettivi e sentimentali.

La struttura meditativa del romanzo e la sua narrazione debole hanno spinto Clooney ad affidarsi soprattutto agli interpreti, per restituire sullo schermo le loro riflessioni esistenziali, in un continuo dialogo a distanza.

Se per Augustine l’avventura comincia con una solitudine condivisa, che lo spinge a spostarsi dall’Osservatorio grande e spazioso, ma del tutto inutile e terminale, affrontando la neve, il ghiaccio, i lupi, per raggiungere l’antenna di Lake Hazen, dove poter avvertire l’equipaggio della Aether dell’inutilità del loro ritorno, per questi ultimi è una deviazione casuale di rotta a spingerli in una parte di spazio non mappata e pertanto, per definizione, pericolosa.

Il film si muove su un terreno esplorato già molte volte negli ultimi anni, da Gravity sino ad High Life, passando per Ad Astra, Interstellar, The Martian.

Fantascienza umanista, questa volta con un accento più fortemente millenarista, che sembra centrare timori e angosce di questo lungo anno di pandemia e ribalta persino il topos eterno del ritorno.

Ma se il genere non sembra appartenergli fino in fondo, come regista, Clooney riesce a trovare invece nella dimensione melodrammatica accenti più indovinati, grazie ad una riflessione sull’eredità personale e collettiva, sul dolore della perdita e sulla necessità di alimentare una resistenza, che funziona egregiamente, grazie alla sua sofferta e malinconica interpretazione e a quella di Felicity Jones e degli altri astronauti.

Eppure, conservando per la fine le rivelazioni più forti, il film si gioca questo spazio di coinvolgimento emotivo solo nell’ultimissima parte: lo spettatore rimane a lungo all’oscuro sia su cosa abbia provocato l’evacuazione precipitosa dell’osservatorio sia dei motivi, che spingono Augustine a perseverare nel suo compito solitario.

Manca forse un antagonista, capace di creare un conflitto, che ci porti a spalleggiare i nostri eroi: la minaccia è sempre esterna, imprevedibile e non gestibile. Questo spinge il film in una secca narrativa, che solo l’oscurità dei legami tra i personaggi sembra riuscire un po’ a smuovere.

Clooney prende da Gravity e da The Revenant tutto quello che gli serve, dal punto di vista visivo e persino qualche trucco di sceneggiatura. Ma i due spazi narrativi faticano ad integrarsi davvero nella dimensione palingenetica del racconto: il film, che si allunga per quasi due ore, resta complessivamente giusto, ma ordinario. Privo di difetti sostanziali, ma anche di qualità originali.

The Midnight Sky sarebbe un discreto intrattenimento natalizio, se non fosse che la vera pandemia, che avanza cupa sulla fine di questo terribile 2020, lascia poca curiosità per esplorare anche sullo schermo, nuove catastrofi planetarie.

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