The Fall Guy

The Fall Guy **1/2

Nel cinema degli stunt coordinator passati alla regia i film di David Leitch (Deadpool, Atomica bionda, Bullet train) sono certamente quelli che hanno flirtato maggiormente con la commedia, senza rinunciare mai alla messa in scena parossistica dell’azione.

The Fall Guy, blandamente ispirato ad una serie tv degli anni ’80 Professione pericolo – non fa eccezione: è la più classica delle commedie del ri-matrimonio, secondo la celebre definizione ideata da Stanley Cavell.

Ma è altrettanto esplicitamente un fraterno e affettuoso omaggio ad una delle figure neglette di Hollywood, ma centrale fin dalle sue origini: i cascatori, le controfigure, gli stuntman.

Colt Seavers è uno dei più ricercati nel settore, capace di girare le scene più incredibili per la star Tom Ryder, che si bulla in pubblico di fare da sé i suoi stunt.

Durante una paurosa caduta nella tromba di un grattacielo qualcosa va storto e Colt si schianta a terra. Nei lunghi mesi di terapia per recuperare, finisce per allontanarsi da tutti, compresa l’assistente alla regia Jody Moreno, con cui l’abbiamo visto flirtare all’inizio del film.

Quando però la produttrice di Tom Ryder, Gail, lo implora di tornare sul set del suo nuovo film di fantascienza, Metal Storm, che si sta girando a Sydney, Colt sembra riluttante. A convincerlo il fatto che la regista sia proprio Jody, al suo debutto.

Quando arriva a Sydney però le cose non vanno come previsto: Tom è misteriosamente scomparso, Jody non sa nulla del suo coinvolgimento e non ha mandato giù il fatto che l’abbia abbandonata e Gail confessa di averlo richiamato solo per trovare al più presto la star senza cui il film non può proseguire.

E così la ricerca di Tom e la riconquista del cuore di Jody diventano i due punti cardinali attraverso cui Colt cerca di muoversi.

La parte action è veramente mirabolante: scontri fisici con qualsiasi arma, vengono superati da inseguimenti d’auto non meno stupefacenti, tuffi, cadute, scene in barca nel porto di Sydney sono solo il preludio al gran finale sul set con esplosioni, carambole, elicotteri e salti mortali.

Leitch si muove nel territorio del metacinema, mettendo in scena l’artificio e svelandone il meccanismo nel momento in cui lo racconta.

I suoi protagonisti sono uomini da set e questo aiuta a rendere plausibile e riuscito il gioco fino ai titoli di coda che riportano i B.roll degli stunt.

La parte romantica è altrettanto indovinata grazie all’alchimia tra i due attori – Ryan Gosling e Emily Blunt, evidente sin dalla loro apparizione sul palco degli Oscar, tra baruffe e schermaglie, romanticismo e lacrime ascoltando Taylor Swift.

Il film di Leitch funziona bene, è intrattenimento puro, senza sottotesti, ma anche questa volta i villain sono i produttori e le star viziate, mentre il cuore del regista batte per i gregari, le maestranze, gli artigiani degli effetti speciali, che combattono contro una Hollywood che vorrebbe affidarsi solo alla computer grafica, ai green screen e alle intelligenze artificiali, sui cui rischi il film lancia qualche ammonimento non gratuito.

La sceneggiatura di Drew Pearce (Iron Man 3, M:I – Rogue Nation, Hobbs & Shaw) pur ripercorrendo cliché risaputi è sufficientemente gustosa e appuntita nei dialoghi e riesce a creare il contesto adatto per integrare perfettamente nella trama le scene d’azione più incredibili.

Pieno di citazioni esplicite da altri classici da Rocky a Fast & Furious fino a Miami Vice, i personaggi del film sono sufficientemente autoironici da prendere con leggerezza ogni cosa trasmettendo lo stesso spirito scanzonato attraverso lo schermo.

Prima di Tutti tranne te avremmo dubitato delle possibilità al botteghino di una commedia sentimentale vecchio stile come The Fall Guy in questa fase di recupero della centralità della sala: ora uno spiraglio si è aperto, superando quel pregiudizio che vuole ormai certi generi come esclusivi delle piattaforme.

E’ pur vero che The Fall Guy ha come protagonisti due degli attori che hanno segnato l’estate 2023, con Barbie e Oppenheimer, e su questo la produzione ha giocato a lungo.

Inoltre gli elementi più esplicitamente romantici sono qui immersi in un contesto d’azione che è quanto di più spettacolare e si possa vedere sullo schermo.

E l’ammonimento di Leitch a recuperare l’artigianalità realistica del lavoro sul set in cui bisogna imparare a cadere per riuscire a rialzarsi ancora una volta è quanto mai necessaria.

L’alchimia funzionerà?

In anteprima il 25 aprile, poi dal 1 maggio in sala.

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