In quella che era stata indicata come la riunione dello scontro tra Spielberg e Netflix, l’Academy che soprintende agli Oscar, ha deciso di lasciare tutto com’era, consentendo anche ai film con distribuzione sulle piattaforme di streaming di partecipare allo show e ai premi, purchè si qualifichino con “seven-day theatrical run in a Los Angeles County commercial theater, including a minimum of three screenings per day for paid admission“.
Nel frattempo Steven Spielberg ha scritto al New York Times per chiarire la sua posizione: “I want people to find their entertainment in any form or fashion that suits them. Big screen, small screen — what really matters to me is a great story and everyone should have access to great stories.
However, I feel people need to have the opportunity to leave the safe and familiar of their lives and go to a place where they can sit in the company of others and have a shared experience — cry together, laugh together, be afraid together — so that when it’s over they might feel a little less like strangers. I want to see the survival of movie theaters. I want the theatrical experience to remain relevant in our culture.”
Difficile non essere d’accordo.
Se l’Academy non ha quindi deciso alcun cambiamento sostanziale da questo punto di vista, ha approvato altre modifiche interessanti.
Il miglior film straniero (Best Fereign Language Film) cambia nome e diventa il miglior film internazionale (Best International Feature Film).
La shortlist di categoria passa da nove a dieci. Diventano cinque invece le nominations per il Make Up, tradizionalmente ristrette a tre.
Ma le novità più importanti sono nel timing della serata. Già noto l’anticipo di quasi un mese al 9 febbraio 2020, ma l’Academy ha deciso di anticipare la messa in onda alle 15.30 di Los Angeles, al posto delle canoniche ore 17. Questo cambia tutto anche dal punto di vista televisivo, consentendo magari qualche sforamento maggiore nello stringatissimo slot di tre ore previsto per la cerimonia.
Questo vuol dire che la serata comincerà in Italia a mezzanotte e mezza, per la gioia di tutti i cinefili sonnambuli.