Venezia 2014. Una Mostra super cinefila: Fantozzi è avvertito…

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Buttiamola sul ridere: questa 71° Mostra del Cinema di Venezia avrebbe provocato forse una nuova rivolta fantozziana…

Il concorso è un buon compromesso di titoli attesi (Birdman, The Cut, Manglehorn), ritorni interessanti (A pidgeon sat…, Il giovane favoloso, Pasolini, Nobi) e sorprese per lo più sconosciute.

I grandi film americani della stagione girano al largo, con Gone Girl e Inherent Vice che arricchiranno il New York Film Festival, inatteso competitor di stagione, per i grandi festival di fine estate.

Barbera ha chiarito che si è trattato di scelte di marketing per entrambi i film e che avrebbe davvero voluto avere il nuovo film di Ermanno Olmi, che ha preferito rifiutare lo stress del festival.

Così come non è pronto Interstellar di Nolan, che debutterà direttamente in sala.

Sfuggiti alla Mostra anche Miss Julie con la Chastain, The Imitation Game su codice Enigma, già in odore di Oscar, e quattro indie americani Oren Moverman (Time Out of Mind), Noah Baumbach (While we’re Young), Jean Marc Vallée (Wild) e Jason Reitman (Men, Women and Children).

Per non parlare di Terrence Malick e Werner Herzog, i cui film sono forse ancora in montaggio.

A Venezia mancano però anche i grandi autori, ormai approdati alla Croisette stabilmente, i film dal Sundance che preferiscono Cannes, anche nelle sue sezioni collaterali, ed i nomi forti americani, che, per lo più, disertano i festival, tout court.

Al terzo anno si vede però il deciso cambio di rotta imposto da Barbera e dalla sua squadra. Siamo oramai lontanissimi dalle abitudini imposte da Marco Mueller, cioè un concorso molto forte, un fuori concorso ridottissimo, Orizzonti super sperimentale ed il gusto stracult nelle retrospettive.

Qui siamo rientrati nell’ortodossia più severa. Il concorso si è via via indebolito con proposte per lo più rigidamente autoriali, il fuori concorso si amplia invece a titoli più mainstream, così come Orizzonti che aspira a diventare davvero il secondo concorso, così com’è Un certain regard a Cannes.

La retrospettiva cede invece il posto al grande recupero del passato, con una ventina di titoli restaurati e ripresentati in sala, prima di approdare nelle migliori collezioni homevideo.

Attesi sul red carpet molti italiani oltre a James Franco, Willem Dafoe, Chiara Mastroianni, Edward Norton, Naomi Watts, Emma Stone, Andrew Garfield, Michael Keaton, Viggo Mortensen, Ethan Hawke, Al Pacino, Catherine Deneuve, Jennifer Aniston, Charlotte Rampling…

Il concorso di quest’anno è segnato dallo strapotere francese, già evidente a Cannes, ma ormai chiarissimo anche sul Lido. Sono ben 8 i film prodotti o coprodotti, di cui 4 diretti da registi francesi: La Rancon de la Gloire di Xavier Beauvois (Uomini di Dio), Trois Coeurs di Benoit Jacquot (Farewell My Queen), Le dernier coup de marteau di Alix Delaporte (Angèle e Tony), e Loin des hommes di David Oelhoffen (Nos retrouvailles).

Gli ultimi due portano alla Mostra la loro opera seconda.

Gli italiani seguono con tre film tutti da scoprire: Il giovane favoloso, con cui Martone ritorna dietro la macchina da presa a distanza di 4 anni dall’epocale e sottovalutato Noi credevamo, Hungry Hearts di Saverio Costanzo con la strana coppia Adam Driver e Alba Rohrwacher ed infine Anime Nere di Francesco Munzi (Saimir, Il resto della notte), ambientato in Aspromonte, che promette di essere una delle sorprese del festival.

Gli americani invece portano Manglehorn di David Gordon Green che torna al Lido a distanza di un anno da Joe, con Al Pacino protagonista, Good Kill di Andrew Niccol (Gattaca, Lord of War) con Ethan Hawke e January Jones e 99 homes di Ramin Bahrani (At any pricecon Andrew Garfield e Michael Shannon.

Batte bandiera statuinitense anche Birdman diretto dal messicano Inarritu. Mentre il Pasolini dell’americanissimo Ferrara è coprodotto da Italia, Francia e Belgio.

Attesi ritorni sono quelli di Roy Andersson con A pigeon sat on a branch reflecting on existence, del turco Fatih Akin con The Cut, sul genocidio armeno, interpretato da Tahar Rahim, del russo Konchalovsky con The Postman’s White Nights e di Tsukamoto con un film di guerra, Fires on the Plain.

La sorpresa del concorso potrebbe arrivare dall’americano/svedese Joshua Oppenheimer. The Look of Silence è il seguito ideale di The Act of Killing, uno dei capolavori della stagione.

Uno, forse addirittura due, saranno i titoli a sorpresa. 

Si segnalano Fuori concorso, la nuova commedia di Peter Bogdanovich, She’s funny that way, con Owen Wilson e Jennifer Aniston, Burying the ex di Joe Dante, l’immancabile James Franco con l’adattamento impossibile di The Sound and the Fury da Faulkner, con lo stesso cast di Child of God e Amos Gitai con Tsili.

Da segnalare anche il secondo film interpretato da Al Pacino, L’umiliazione, tratto da Roth e diretto da Barry Levinson, Make Up del venerabile maestro Im Kwontaek (Ebbro di donne e di pittura), un corto di De Oliveira, due doc, uno di Seidl, intitolato In the Basement e l’altro di Ferrario, La zuppa del demonio, nonchè il fluviale adattamento della Cholodenko del romanzo Olive Kitteridge, con Bill Murray, Frances McDormand e Richard Jenkins.

Polemiche assicurate con Sabina Guzzanti e la trattativa Stato-Mafia.

E con la versione lunga di Nymphomaniac parte II di Lars Von Trier.

A chiudere il festival ci penserà Ann Hui con The Golden Era, dedicato alla scrittrice  degli anni ’30 Xiao Hong, una delle più influenti nella storia della Cina moderna.

Interessante anche la programmazione di Orizzonti, in cui spiccano l’apertura con il nuovo film di Moseh Makhmalbaf, intitolato The President, Cymbeline di Michael Almereyda con Milla Jovovich e Ed Harris, La vita oscena di Renato de Maria con Isabella Ferrari, il duo francese Delepine e Kervern (Mammuth, Le grand soir) con Near Death Experience con Michael Houllebecq.

Da non perdere anche la nuova commedia di Hong Sangsoo, Hill of Freedom, Your Right Mind, opera seconda della figlia di Michael Mann, Belluscone di Franco Maresco, Heaven knows what dei fratelli Safdie ed il nuovo film di Mr.Oizo – Quentin Dupieux, intitolato Réalité.

Naturalmente tutto questo vale fino al prossimo 27 agosto. Poi si vedranno i film e sapremo davvero se le sensazioni di oggi sono state confermate…

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