Maidan *
Sergei Loznitsa è uno dei maggiori talenti del cinema internazionale. Già in concorso due volte a Cannes con My Joy e Anime nella nebbia, ha portato sulla Croisette un documentario girato a Piazza Maidan nel corso della rivolta che ha portato alla destituzione del presidente ucraino Yanukovich.
Il suo documentario è però presuntuoso e debole: la sua camera fissa riprende la quotidianità della piazza occupata. Nei primi 15 minuti si sente due volte l’inno nazionale. Qualcuno non inquadrato arringa la folla. Qualcun altro canta. Il popolo entra nei palazzi del potere.
Camera fissa per minuti e minuti in cui non succede nulla. Montaggio ridotto a zero. Emozioni assenti.
Cosa ha voluto dirci Loznitsa? Che anche le buone rivoluzioni muoiono di noia?