A promise – Une promesse *1/2
Girato incomprensibilente in inglese da un regista francese e tratto da un racconto dell’austriaco Zweig, Une promesse è un altro dei film inutili di questa Mostra.
Della Germania alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, un giovane laureato, senza famiglia e senza passato, finisce per diventare il segretario personale del proprietario di una fabbrica di acciaio, gravemente malato.
Si innamorerà della moglie giovane e graziosa.
I due vivranno sotto lo stesso tetto fino a quando il marito, geloso, invierà il protagonista in Messico, a lavorare in una nuova miniera di manganese per conto dell’impresa.
Al momento della partenza i due amanti si faranno una promessa d’amore da consumarsi solo al ritorno.
Nel frattempo scoppia la Guerra…
Il film di Leconte scorre placido e senza sussulti per un’ora e mezza fatta dei soliti palpiti in costume, dei soliti sguardi carichi di attese e dei soliti formalismi primo novecento.
Il senso dell’operazione sfugge, perchè la trama è risaputa e priva di qualsiasi elemento d’interesse e la messa in scena è persino più conformista.
Tutto il film sembra puzzare di canfora. Da dimenticare.
Stroncare questo film significa non aver capito nulla di come EROS sia figlio di PENIA. La nostra e’ l’epoca dell’assenza di Eros per sovrabbondanza di stimoli sessuali. La ” Promessa” lavora per nutrire Eros. Bella la fotografia, bravi gli attori e bravissimo il regista.
Eros è figlio di Penia, ma anche di Poros… eppure nel film di Leconte non si avverte nulla di tutto ciò. Resta un feuilleton para-televisivo, con il belloccio dagli occhi azzurrri e la mascella squadrata d’ordinanza…