Cannes 2024. The Most Precious of Cargoes – La plus précieuse des marchandises

The Most Precious of Cargoes – La plus précieuse des marchandises **1/2

Tratto dal romanzo omonimo scritto da Jean-Claude Grumberg nel 2019, il nuovo film di Michael Hazanavicious è una favola d’animazione ambientata in Polonia negli anni della Shoah.

Febbraio 1943. Mentre vede passare il convoglio che crede essere un treno merci, la moglie di un povero taglialegna prega perché dal convoglio caschi della merce, utile a placare la loro fame.

Un “piccolo pacco” cade in effetti nella neve, ma è una merce del tutto diversa: una neonata avvolta in face di tessuto prezioso.

Dopo aver tanto pianto un figlio perduto la moglie del povero taglialegna pensa di aver avuto una nuova occasione. Quando però il marito si accorge che la bambina appartiene alla “razza maledetta” e a quelli che chiama genitori “senza cuore”, vuole consegnarla alle autorità: nella piccola comunità antisemita del villaggio teme le conseguenze di essere scoperto a nascondere un ebrea,  ma cede pian piano alle preghiere della donna e alla sua testardaggine. Un reduce della Grande Guerra che vive nel bosco, le regala il latte della sua capretta per nutrire la bambina ogni giorno.

Ma quando i sospetti sulla bambina raggiungono il villaggio, il povero taglialegna è costretto a fare una scelta.

Nel frattempo nel vicino campo di Auschwitz arrivano i russi a liberare i sopravvissuti, tra cui il padre della bambina, che l’aveva gettata dal treno nel tentativo di salvarla.

Nella ormai lunga carriera di Michel Hazanavicious, questa favola al nero, immersa nel bianco della neve dell’inverno polacco è certamente uno passi più convincenti.

Non è la prima favola, perché Il principe dimenticato, ambientata all’interno di uno studio cinematografico, era già un tentativo meno riuscito di parlare questo stesso linguaggio. E non è il primo film di guerra, perché il remake di il remake di Odissea tragica di Zinnemann, The Search, ambientato in Cecenia, già raccontava un’odissea del ritorno.

Eppure questa volta, con la mediazione del disegno, il suo lavoro sembra trovare una dimensione così misurata che stupisce, per un regista invece troppe volte fuori misura.

Narrata dalla voce di Jean-Louis Trintignant, con la malinconia di chi sa doversi inoltrare nell’oscurità dell’animo umano, La plus précieuse des marchandises è un racconto severo di sopravvivenza e d’amore. 

Un amore che sembra arrivare come una manna dal cielo, ma poi si carica di così tanta morte e di così tanto dolore, che la protagonista comprende quanto il dono ricevuto sia estraneo ad ogni intervento divino.

Non si può guadagnare nulla in questa vita senza perdere qualcosa: il film di Hazanavicious con un’animazione semplice, dal tratto forte e dai colori tenui, sceglie la strada della fiaba, recuperando elementi e archetipi classici, ma rimanendo pienamente all’interno della Storia e della storia della Shoah.

Lo fa in modo semplice, diretto, brusco persino, senza abbellimenti, ma senza svolte patetiche, con il rigore necessario. Eppure secondo Grumberg, il suo non è tanto un racconto di guerra, quanto una storia meravigliosa, in cui il pregiudizio cede un passo alla volta di fronte alla meraviglia dell’infanzia e della scoperta del mondo.

I personaggi di La plus précieuse des marchandises non hanno altro orizzonte che la sopravvivenza e la compassione gli uni per gli altri, perché l’unica cosa che conta è l’amore.

L’amore offerto ai figli, i propri e quelli degli altri. L’amore che fa sì che nonostante tutto ciò che esiste, e tutto ciò che non esiste, l’amore che fa continuare la vita.

Il resto è silenzio.

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