Il capitale umano di Paolo Virzì non è riuscito a rientrare nella shortlist dei migliori film in lingua straniera, in lizza per i prossimi Oscar.
E’ un peccato, ma c’era da aspettarselo. Il film è debole, senza grande appeal e pieno di sbavature nelle sue diverse sottotrame.
Il meccanismo tutto particolare con il quale vengono scelti i cinque candidati di questa categoria è stato più volte modificato, in forza di una duplice criticità: l’aumento progressivo dei candidati, che ormai superano quota 80, ed una serie di esclusioni clamorose e francamente ingiustificabili, che si sono succedute nel corso degli anni, indebolendo il significato del premio stesso.
L’ultima versione dispone che il giudizio dei membri dell’Academy che hanno visto i film, selezionati dai singoli paesi, venga integrato con quello di uno speciale comitato creato ad hoc.
Viene così creata una shortlist di 9 possibili candidati alla nominations e sottoposta nuovamente al giudizio dei votanti.
Negli ultimi tre anni il meccanismo sembrava essere in grado di funzionare a dovere. Le vittorie di tre film straordinari come Una separazione, Amour e La grande bellezza erano state un modo per placare le polemiche e le delusioni, che spesso accompagnano le decisioni dell’Academy in questa categoria.
Tra i nove selezionati quest’anno ci sono almeno due capolavori come Ida e Leviathan, ma spicca l’assenza di un bel gruppo di film altrettanto meritevoli, a cominciare da Mommy di Dolan, da Due giorni una notte dei Dardenne e dalla Palma d’Oro Winter Sleeep. Niente da fare anche per Mondruczo che ha vinto Un certain regard con White God, per Ann Hui e Lav Diaz.
Ecco i nove prescelti. Il 15 gennaio sapremo quali tra questi saranno i cinque nominati a contendersi la statuetta.
Seguite i link alle nostre recensioni:
Argentina, “Storie Pazzesche” Damián Szifrón;
Estonia, “Tangerines” Zaza Urushadze;
Georgia, “Corn Island” George Ovashvili;
Mauritania, “Timbuktu” Abderrahmane Sissako;
Netherlands, “Accused” Paula van der Oest;
Poland, “Ida” Paweł Pawlikowski;
Russia, “Leviathan” Andrey Zvyagintsev;
Sweden, “Force Majeure” Ruben Östlund;
Venezuela, “The Liberator” Alberto Arvelo.

