Dopo l’ubriacatura di cinema d’essai durante la settimana di Cannes, è tempo di tornare ai titoli commerciali – che ci piaccia o no, una delle pochissime fonti di guadagno per il mercato cinematografico internazionale.
Come c’era da aspettarsi, però, il terzo episodio del franchise della sbronza delude su tutti i fronti, e guadagna uno dei punteggi più bassi in assoluto da che ci occupiamo di Guardian – una misera stelletta su cinque secondo il giudizio di Steve Rose.
La critica picchia duro: per essere una commedia degli equivoci a base alcolica, The Hangover non solo non fa ridere, ma contiene pochissime sbronze.
This is less a caper than a trudge; a linear adventure that proceeds in fits and starts, with few surprises and fewer laughs. There’s barely even a hangover.
Il meccanismo comico basato sul blackout del giorno dopo si è perso per strada, assieme (per fortuna) alle battute razziste contro gli orientali che costituivano la base per la maggior parte dell’umorismo del secondo episodio.
Many of the gags fall flat, and there are long spells where you forget you’re watching a comedy at all. If part II went too far, part III doesn’t go far enough.
Rimane soltanto il personaggio un po’ camp e stralunato interpretato da Zack Galifianakis, che però non riesce a sostenere da solo il peso di un film piatto e noioso.
He’s an original, unsettling comic creation, and this is really his story – how he overcomes his barely sublimated desire for Cooper (thanks to an under-used Melissa McCarthy), and manages to establish some stability.
Il consiglio è quindi di rimanere con i bei ricordi del primo episodio, e lasciare il numero tre al cinema – dove uscirà questa settimana.
Stanze di Cinema 
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