Cannes 2013. Dietro i candelabri

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Behind the candelabra ***

And that’s all.

Ultimo film di Steven Soderbergh prima dell’annunciato ritiro, Behind the candelabra e’ certamente uno dei suoi piu’ felici e dei piu’ personali. Ha fatto benissimo Thierry Fremaux a metterlo in concorso, nonostante sia stato prodotto dalla HBO e sara’ trasmesso il 26 maggio in tv.

L’origine televisiva di Behind the candelabra e’ del tutto irrilevante e non influisce in alcun modo sul lavoro straordinario di Soderbergh, regista, direttore della fotografia e montatore, di Richard La Gravenese che ha scritto il copione e di Michael Douglas e Matt Damon, magnifici e coraggiosi interpreti di un film che avrebbe certamente meritato l’uscita in sala.

Siamo a Los Angeles nel 1977 ed il giovane Scott Thorson, che lavora sui set come assistente ai cani impiegati nelle riprese, viene adescato in un bar gay da un tipo di nome Bob, che lo invita a Las Vegas allo show del pianista Liberace.

Bob conosce il pianista e lo raggiunge nel backstage con Scott.

Liberace invita Thorson a casa sua, poi lo assume come assistente. Tra i due si forma un rapporto quasi coniugale, ma anche paterno, considerata la differenza di eta’ tra i due. La generosita’ di Liberace e’ proverbiale, almeno quanto l’ostantazione kitch dei suoi show e la sua casa, ispirata all’opulenza decadente del principe Ludwig.

Pian piano Scott scoprira’ i lati oscuri della personalita’ di Liberace, le sue manie, la sua libido inesausta, l’ipocrisia che lo ha spinto ad occultare la sua omosessualita’ sino all’ultimo.

Liberace convince Scott a sottoporsi ad una plastica facciale, per assomigliare di piu’ a lui e questo induce in Scott una dipendenza da farmaci e cocaina.

E’ l’inizio della fine della loro relazione, che si conclude davanti agli avvocati.

Ma ci sara’ tempo per i due di rivedersi ancora un’ultima volta.

Il film di Soderbergh e’ il racconto di una storia d’amore, di una relazione complessa, in cui i ruoli sociali, la differenza d’eta’, il talento hanno giocato un ruolo fondamentale.

Liberace, il piu’ pagato entertainer del mondo, al suo tempo, viveva come nella vecchia Hollywood, circondato solo dai suoi fidatissimi collaboratori, dai suoi cani e protetto dal suo agente, responsabile della sua immagine pubblica. Ma il rapporto con Thorson e’ ritratto da Soderbergh con una dolcezza e un equilibrio, che non nascondono la natura piu’ cruda e sessuale della loro relazione. Il tono del film inizialmente leggero e brillante, diventa pian piano piu’ maliconico.

Il racconto e’ strutturato secondo una classica parabola di ascesa e caduta, con una chiara scansione in tre atti, da manuale di sceneggiatura. Il film e’ illuminato dalla luce calda, tipica dei film di Soderbergh, accentuata dagli ori e dai cristalli della casa di Liberace e dai colori pastello tipici degli abiti usati dal pianista negli anni ’70.

I due attori interpretano questa magnifica storia di amore e tradimento con una naturalezza che e’ la vera chiave di volta del film. Douglas restituisce la magnifica verve di Liberace, il suo humor, la sua etica del lavoro e la sua profonda solitudine.

Damon e’ altrettanto formidabile nell’incarnare Thorson nei suoi continui mutamenti, anche fisici: da ragazzo di campagna, a sofisticato compagno, dal californiano strafatto e dal volto devastato dalla chirurgia, sino al ragazzo della fotocopie in uno store negli anni ’80.

Raccontare un personaggio che ha fondato la propria fama sull’eccesso, realizzando un film di grande delicatezza, senza mai andare sopra le righe, era un impresa degna di un grande regista come Soderbergh.

Un regista che forse, in questi venticinque anni di carriera ha diretto troppi film, in modo quasi bulimico, non tutti perfettamente meditati e non tutti completamente riusciti, ma finendo con l’essere spesso sottovalutato da una critica poco attenta alla sua professionalita’ e alla sua ispirazione camaleontica.

Accolto da applausi convinti al termine della proiezione stampa, Behind the candelabra si candida certamente al Palmares di questo 66′ Festival di Cannes.

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