Salvo *1/2
No, questo Salvo, opera prima del duo Grassadonia e Piazza, che ha aperto la Semaine de la Critique e’ una delusione assoluta.
Circondato da immeritate attese italiane, e’ un film senza qualita’.
Il film dilata i tempi e l’ideuzza su cui si fonda, per 100 lunghissimi e inutili minuti, con un paio d’attori improbabili e la solita cupissima fotografia sgranata di Cipri’, che gia’ affligge gli ultimi film di Bellocchio e che qui oscura ancora di piu’ le idee dei due sceneggiatori, passati dietro la macchina da presa.
Salvo era inizialmente un corto. E si vede.
Racconta di un killer della mafia, braccio destro di un boss locale, che scampa ad un agguato al suo capo e cerca immediata vendetta, uccidendo i sicari e piombando a casa del mandante, per farlo fuori.
Qui ci trova solo la sorella, cieca, che in cantina conta i soldi del racket.
Finira’ per rapirla, tenendola segregata in una vecchia raffineria abbandonata. Nel frattempo la ragazza miracolosamente guarisce dalla cecita’ dopo che Salvo le ha toccato gli occhi e si innamora del suo carceriere, ricambiata.
Ma quando il boss di Salvo lo viene a sapere, le cose si metteranno male…
Pessimo i due interpreti, legnoso e doppiato il killer, mal scelta la giovane che interpreta Rita, strabuzzando gli occhi con troppe smorfie inutili all’inizio. Grassadonia e Piazza cercano di stirare al massimo la suggestione dei primi venti minuti iniziali si silenzi e azione, ma ne viene fuori un melo’ davvero improbabile, senza capo ne’ coda.
Fermiamoci qui: spiace parlare male di un film italiano a Cannes.



[…] Salvo de Fabio Grassadonia et Antonio Piazza et une mention spéciale à Los duenos d’Ezequiel Radusky et Agustin Toscano. […]
[…] di John Real, “Miele” di Valeria Golino, “Razza bastarda” di Alessandro Gassman, “Salvo” di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, “Viaggio sola” di Maria Sole Tognazzi e “Viva la […]