Jimmy P. **
Dopo il lungo silenzio seguito allo splendido Racconto di Natale, Desplechin presenta in concorso sulla Croisette, Jimmy P., tratto dalle memorie dell’antropologo George Devereaux.
Chiamato a Topeka, nell’ospedale militare che cura i reduci della Seconda Guerra Modiale per un consulto, finisce per restarci a lungo, per sottoporre a terapia un indiano ferito nel conflitto, che soffre di una strana cecita’.
Devereaux e’ un antropologo ed un esperto di indiani d’america. E’ fuggito dall’europa prima della guerra e si e’ scelto un nome francese, pur essendo originario dell’est.
Amico del direttore dell’ospedale, ma dal dubbio curriculum medico, Devereaux sottoporra’ James Picard ad una lunga terapia, che comincia con il racconto dei suoi sogni e finisce per portare alla luce i traumi irrisolti della sua infanzia ed il suo rapporto contrastato con le donne della sua vita.
Pian piano le emicranie spariranno, cosi’ come le crisi panico e la cecita’ si trasformeranno in semplice miopia.
Il film e’ tutto giocato sui dialoghi tra i due, fedelmente riportati da Devereaux. Il rapporto umano tra i due non potrebbe essere piu’ felice. E’ un’altra talking cure quella a cui assistiamo.
Bravissimi Benicio Del Toro e Mathieu Amalric, ma il film si muove lungo binari assai prevedibili e nulla aggiunge a quanto di buono sapevamo di Desplechin, qui autore anche della sceneggiatura, per la prima volta in inglese.
Mancano le sue donne, le sue ossessioni amorose, la sua ronde sentimentale e il suo umorismo sottile e travolgente. Al loro posto la lunga ricognizione nell’animo perduto di un uomo, che finisce per riconoscere e fare i conti con i fantasmi della sua vita.
Un buon film, ma niente piu’.
[…] film 9 Mois Ferme Jimmy P. Il Passato Lo sconosciuto del lago Tutto Sua Madre Venere in pelliccia La vita di […]