La Russia manda agli Oscar Nikita Mikhalkov: polemiche infinite

I due film migliori di Cannes e Venezia battevano bandiera russa: il Faust di Sokurov, che si è aggiudicato il Leone d’Oro ed Elena di Andrey Zvyagintsev, premio speciale ad Un certain Regard.

Due gioielli diversissimi, uno capace di reinterpretare ed aggiornare il mito, ancorato alla tradizione culturale europea, l’altro invece di squarciare un velo tragico sulla miseria morale e culturale della Russia di oggi.

Eppure la commissione che sceglie il candidato da mandare agli Oscar gli ha preferito il terzo episodio della saga de Il sole ingannatore: The Citadel.

Nikita Mikhalkov, dopo il discusso, ma riuscito film del 1994, che si era aggiudicato l’Oscar, era ritornato a quei personaggi già un paio di anni fa, con Exodus, presentato a Cannes tra l’imbarazzo generale.

Quindi vi erano state le polemiche per il tono dispotico e massimalista con cui il regista guidava l’Unione dei cineasti russi, che avevano visto proprio Sokurov, Iosseliani e German tra i dissidenti.

Quindi Mikhalkov, sfruttando il cospicuo finanziamento governativo ha girato una terza parte chiamata The Citadel, che è uscita in Russia in estate ed è stata stroncata dai critici, nel disinteresse generale del pubblico, che ha disertato le sale.

A fronte di un investimento complessivo di quasi 60 milioni di dollari, per il secondo e terzo episodio, Exodus ha incassato 8 milioni complessivi e The Citadel solo 1,5 milioni.

Ciononostante, con 5 voti su 8 è stato scelto The Citadel per rappresentare la Russia agli Academy Awards, tra l’imbarazzo generale e le proteste dello stesso presidente della commissione Vladimir Menshov che si è però rifiutato sul momento di ratificare la candidatura, descrivendo la decisione come semplicemente “scandalosa”.

Evidentemente il seguito di Mikhalov tra i suoi colleghi è ancora molto forte.

Menshov ha dichiarato a proposito di The Citadel al quotidiano Moskovskiye Novosti:“Even if we ignore the fact that audiences and critics hated the film, Citadel is part of a series. How can anyone who is out of the context make any sense of it?”

Menshov ha chiesto sostanzialmente a Mikhalkov di ritirare il film, favorendo gli altri due candidati, ma il regista non ha ancora risposto all’invito.

Intanto anche gli altri paesi stanno scegliendo i loro candidati. Ci saranno moltissimi film visti a Venezia, Berlino e Cannes: Le Havre di Kaurismäki (Finlandia), Attenberg della Tsangari (Grecia, Coppa Volpi), A simple life di Ann Hui (Hong Kong, Coppa Volpi), The Turin Horse di Tarr (Ungheria, Orso d’Argento), Where Do We Go Now? della Labaki (Libano, Prix du Public a Toronto), Una separazione di Farhadi (Iran, Orso d’Oro), Pina di Wenders (Germania) Tropa de Elite 2 di Padilla (Brasile), La guerre est déclarée di Valerie Donzelli (Francia), Beyond della August (Svezia), Miss Bala di Naranjo (Mexico), The Flowers of War di Yimou (Cina) e Seediq Bale di Wei Te-Sheng (Taiwan).

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