Transformers 3 salverà il 3D?

Quando Avatar è uscito nei cinema, a dicembre 2009, la rivoluzione stereoscopica sembrava inarrestabile. L’85% dei suoi incassi derivavano da visioni in 3D ed il sovrapprezzo imposto dalle sale creava un surplus tale da spingere le major a riconvertire anche film girati e pensati in due dimensioni.

A partire dal deludentissimo Alice in Wonderland, le riconversioni frettolose l’hanno fatta da padrone. Ma la bolla si è presto sgonfiata.

L’ultimo Pirati dei Caraibi è andato molto male negli Stati Uniti, forse anche perchè il sovrapprezzo imposto per un inutile 3D comincia ad allontanare gli spettatori dalla sala. Complessivamente la percentuale di incasso riferibile a proiezioni stereoscopiche è scesa al 47%.

Nonostante Spielberg e Scorsese stiano per lanciare i loro film in 3D, il pubblico pare essersi stancato delle preso in giro.

Gli occhialini sono scomodi, i film sono meno luminosi, gli effetti si limitano a qualche oggetto che passa in primo piano, il tutto per 3 euro (5 dollari) in più.

Per tentare di salvare la percezione del 3D, arriva ora Transformers 3. Michael Bay, originariamente contrario a girare in tre dimensioni, si è convertito dopo aver incontrato James Cameron: ha usato la troupe di Avatar ed ha modificato persino il suo stile ipercinetico, per utilizzare le pesanti attrezzature di ripresa. Il risultato pare sia straordinario.

Ma il pubblico comprenderà che forse, almeno questa volta, il sovrapprezzo ha una qualche giustificazione?

O si “accontenterà” di una magnifica proiezione digitale in 2D del blockbuster dell’estate americana? Dal 29 giugno conosceremo la risposta…

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