Cannes 2024. Motel Destino

Motel Destino *1/2

Dopo aver visto Motel Destino noir erotico inopinatamente in concorso a Cannes che segue il modestissimo Firebrand in gara l’anno scorso e rimasto inedito in Italia, è abbastanza evidente che l’exploit di La vita invisibile di Eurice Gusmao a Un certain regard del 2019 è stato del tutto causale ed episodico.

Il nuovo lavoro è ambientato in un Motel a ore di Ceará nel Brasile nord orientale ed è il più classico dei triangoli amorosi che finisce in tragedia.

Lui è Heraldo un giovane sbandato, che lavora come killer per la temibile Bambina assieme al fratello Jorge. La notte prima di un contratto, la passa al Motel Destino con una ragazza incontrata in un bar. Si addormenta, si risveglia derubato e senza soldi e in ritardo con l’appuntamento con il destino. Quando arriva finalmente sul posto, trova la vittima designata viva e il fratello Jorge steso.

Fugge dagli sgherri di Bambina e si rifugia di nuovo al Motel Destino, dove Dayana lo ha preso in simpatia. Il proprietario Elias ne apprezza le qualità di tuttofare e lo ospita in un capanno accanto all’albergo. Tuttavia passare tutto il giorno ad ascoltare gemiti di coppie che fanno sesso scatena la prevedibile libido di Heraldo e la frustrazione di Dayana che vuole scappare da Elias, ma non sa come fare.

A scoprire la tresca il portiere di notte, l’omosessuale Moco, che grazie ai filmati delle camere di sorveglianza informa Elias di quello che sta succedendo.

Il film di Ainouz è puro cinema di genere, con una trama scritta, psicologie da manuale e un’ambientazione talmente kitch da strappare qualche sorriso. Ambientato quasi tutto di notte o nella luce rossa accecante delle stanze del motel, il film è davvero poca cosa.

Scritto con uno dei suoi allievi di cinema, il film è davvero essenziale e risaputo.

Hélène Louvart, collaboratrice storica di Alba Rohrwacher, ma anche di Agnes Varda, Eliza Hittman, Maggie Gyllenhaal e Larry Clark, immerge il film in una grana fortissima, in colori saturi e ipercontrastati, in neon che vorrebbero evocare un calore che la storia non riesce mai davvero a sviluppare.

Curiosamente il film si chiude nel ghiaccio e poi in una coda sul mare, quasi a voler esorcizzare la temperatura insopportabile di Ceará.

Altro film che non ha alcun senso che sia nel concorso principale, gonfiato inutilmente oltre i 20 lungometraggi per motivi che è arduo spiegare, se non con scelte geopolitiche e di altro tipo.

Difficile che trovi una strada nella distribuzione italiana al netto di qualche pruderie.

Accaldato, ma senza motivo.

 

E tu, cosa ne pensi?

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.