Sharper

Sharper **1/2

Una piccola e preziosa libreria in una zona tranquilla di New York. Sandra, una studentessa universitaria, cerca una prima edizione da regalare al professore che la sta seguendo nel suo dottorato. Il giovane proprietario, Tom,  le chiede di uscire. Lei rifiuta. La sua carta di credito non funziona e non ha contati a sufficienza. Tom le lascia prendere il libro lo stesso sulla fiducia. La sera lei ritorna, con i contanti e accetta l’invito a cena.

L’esca ha abboccato.

Sì, perchè questo non è l’incipit di una commedia romantica, ma il primo di una lunga serie di inganni.

Tom si ritroverà a prestare 350.000 dollari a Sandra, per tirare fuori dai guai un inesistente fratello sfortunato, con conseguenze che scopriremo solo molto più avanti.

Perchè il film, diviso in capitoli che portano i nomi dei suoi protagonisti, si muove avanti e indietro nel tempo, ricostruendo a ritroso la ragnatela di un colpo che si nutre di vendetta.

Facciamo così la conoscenza della vera Sandy, e poi di Max e Madeline, una coppia di truffatori che si muove nei salotti buoni della grande borghesia finanziaria newyorkese, per poi ritornare proprio a Tom, la vittima del primo inganno.

Sharper è il debutto nel lungometraggio del regista inglese Benjamin Caron, che si è dedicato alla televisione in modo pressochè esclusivo nel corso della sua carriera, occupandosi delle riprese di concerti per i Simply Red e di alcuni spettacoli teatrali di Branagh, passando per la regia di episodi delle serie Wallander, Sherlock e Andor, ma soprattutto The Crown, firmandone 11 episodi.

Sharper, prodotto da A24 per Apple Tv+, è indubbiamente un film di solida costruzione narrativa, in cui la regia invisibile di Caron si mette al servizio di un gruppo di interpreti, che sembrano essersi divertiti non poco prestando il loro talento a personaggi privi di moralità e scrupoli, “sharper” appunto, capaci di sfruttare la propria intelligenza nell’orchestrare truffe basate sulla fiducia.

Il copione, scritto da Brian Gatewood e Alessandro Tanaka – noti finora soprattutto per Lo spaventapassere e le serie Dice, Superstore o Comrade Detective – sembra volersi ispirare all’universo cinico e disilluso di David Mamet, in cui il denaro è l’unico motore dei desideri e delle passioni degli uomini.

Solo che rispetto a Il colpo o La casa dei giochi, il meccanismo narrativo è esplicitato sin dalla primissima scena e da un cartello che segue il titolo, spiegandone inutilmente il senso. L’intreccio funziona, la messa in scena è competente e il crescendo adeguato, ma dove sono i dialoghi feroci e l’ambiguità del grande drammaturgo di Chicago? Il finale poi arriva giusto in tempo per un happy ending moralista, che rimette tutto a posto, punendo i colpevoli arrampicatori sociali e ristabilendo l’ereditarietà del censo, in modo fin troppo consolatorio.

E’ pur vero che Mamet ha diretto l’ultimo film nel 2008 e poi il suo nome è stato associato solo ad una radicale svolta politica ultraconservatrice e complottista, che ha evidentemente prosciugato la sua vena creativa, ma il lavoro di Caron è un tentativo riuscito solo in parte di aggiornare la crudeltà e le scorrettezze di Glengarry Glenn Ross al mondo addomesticato di oggi, dove l’avidità è ancora più grande, ma monta sotto una cappa di conformismo e buone maniere social.

Sharper resta così solo un buon intrattenimento, che una volta avrebbe avuto il suo successo sicuro nelle sale del sabato sera e che ora è costretto a cercare di farsi notare nei cataloghi affollati delle piattaforme.

Julianne Moore e Sebastian Stan si ritagliano due ruoli da spalle piuttosto gustosi, che interpretano con il pilota automatico, John Litgow ha poco più di un cameo, mentre la vera protagonista resta Briana Middleton, già vista in The Tender Bar, credibile sia nella versione junkie da strada, sia in quello della ragazza acqua e sapone, ricostruita da Max per il suo inganno.

Del tutto trascurabile invece Justice Smith, giustamente scelto per il ruolo del “pollo”: anche per questo la svolta finale risulta forzata e implausibile.

La mediocrità trionfa sugli sharper: è forse il segno dei tempi?

Dal 17 febbraio su Apple Tv+

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