Una famiglia vincente – King Richard

Una famiglia vincente – King Richard **

Scritto da Zach Baylin e diretto dal semisconosciuto Reinaldo Marcus Green, Una famiglia vincente è il racconto di come Richard Williams, assieme alla seconda moglie Oracene, decise di cresce le due figlie Venus e Serena, nate nel 1980 e nel 1981 secondo un piano di 85 pagine che le avrebbe portate a diventare campionesse di tennis.

Dopo aver avuto l’illuminazione, osservando in tv la tennista rumena Virginia Ruzici, decise di insegnare il tennis alle due ragazzine, impegnandole in allenamenti quotifiani nei campi di tennis pubblici di Compton, Los Angeles, un quartiere nero decisamente poco raccomandabile.

Mentre la moglie lavorava di giorno come infermiera, Richard si occupava di Venus, Serena e della altre tre figlie e la notte lavorava come guardia giurata.

Il film racconta gli anni che hanno preceduto il debutto di Venus tra i professionisti a quattordici anni: la ricerca del primo allenatore, lo stesso che seguiva Sampras e McEnroe, quindi il trasferimento in Florida nell’Academy di Rick Macci all’età di undici anni con la controversa decisione del padre di vietarle di partecipare al circuito Junior, dove Venus aveva un record di 63 vittorie e zero sconfitte.

Per tre anni Venus e Serena da Rick Macci continueranno ad allenarsi, senza competere con altri, frequentando la scuola e divertendosi come qualunque altra loro coetanea.

Solo nel 1994 il padre si convince a lasciare che Venus partecipi ad un torneo pro ad Oakland, nel quale finisce per incontrare la numero due del tennis mondiale, Arantxa Sanchez.

Con Will Smith nel ruolo del testardo e imperscrutabile Richard, il film si adatta sia alle dimensioni di uno showcase divistico, con l’attore truccato e ingobbito a replicare mimeticamente i movimenti e le espressioni del vero papà Williams, ma anche ad una dimensione potremmo dire aspirazionale, educativa, comune a molti film interpretati dall’attore Men in Black a partire almeno da La ricerca della felicità.

Sempre più spesso impegnato in ruoli paterni idealizzati e sacrificali, in film che pretendono di rappresentare il sogno americano di chi risale la scala sociale forte di una determinazione non comune, Smith ripete anche qui lo stesso copione, sottraendo spazio alle due vere protagoniste, ovvero le due sorelle Williams, i cui esordi e il cui rapporto avrebbe meritato un film diverso, meno predicatorio ed esemplare.

E invece le due ore e mezza di Una famiglia vincente scorrono lente attorno a King Richard, ai suoi piani decennali, alle sue furbizie, alle sue idiosincrasie e al suo paternalismo ostinato.

Verrebbe da dire ogni tanto a Smith: togliti e lasciami vedere il film!

In un film che gioca le sue carte in modo assai prevedibile e risaputo, tra crisi familiari, criminalità, conflitti adolescenziali, l’unico insegnamento realmente interessante è quello che spinge Richard a sottrarre le figlie dal circo dei tornei per ragazzini, dove genitori, agenti e allenatori danno il peggio di sè, trasformando i piccoli talenti in giocatori frustrati e ansiogeni fin da un età in cui lo sport dovrebbe essere innanzitutto divertimento.

La sua insistenza sullo studio, sulla formazione di una personalità non completamente assorbita dal talento sportivo, è controintuitivo e interessante.

Intelligentemente il film di Green si ferma al debutto di Venus e si chiude con una sconfitta che prelude ad un futuro glorioso, facendo luce su storie e personaggi in un momento che precede il loro successo pubblico e la loro piena affermazione.

La dimensione formativa rimane tuttavia un po’ in secondo piano, schiacciata dall’ingombrante personaggio paterno. Resta una storia americana di riscatto e successo non particolarmente memorabile, nonostante l’eccezionalità delle due Williams.

In Italia dal 13 gennaio 2022.

Irrisolto.

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