Secondo capitolo della progettata nuova trilogia dedicata da David Gordon Green ai personaggi creati da Debra Hill e John Carpenter nel 1978 per il loro inquietante Halloween, questo sequel ricomincia esattamente dove era finito l’episodio precedente, ma aggiunge un’ingegnosa introduzione che ci riporta anche alla fine del primo storico capitolo.
Mike Myers, il bambino che ha ucciso a sei anni la sorella e che quindici anni dopo è tornato ad Haddonfield per seminare il panico durante la notte delle streghe, ritornando infine nella casa dove tutto era cominciato, non è solo scappato lasciando in vita Laurie Strode, ma ha spaventato altri bambini, prima di essere catturato dalla polizia e dal Dott. Loomis, il suo psichiatra.
Compresa la sua natura maligna lo psichiatra vorrebbe finirlo con un colpo di pistola, ma il sergente Hawkins lo ferma.
Hawkins, così come Laurie, è rimasto ferito nel 2018. I due si ritrovano in ospedale, mentre i pompieri accorrono a casa Strode, spengono l’incendio e inavvertitamente salvano Myers e lo liberano dalla trappola in cui era rimasto imprigionato.
I sopravvissuti del 1978 sono in città per il quarantennale e quando si sparge la notizia che Myers è ancora a piede libero, si mettono alla testa di un gruppo di vigilanti, che promette di fare giustizia quella stessa notte.
Solo che a farne le spese saranno loro stessi e degli innocenti.
Green e McBride costruiscono un episodio centrale che prelude ad una conclusione, che uscirà l’anno prossimo e che si muove nella stessa notte delle streghe del film precedente, quasi rispettando le unità di tempo e azione.
Il film sembra voler mostrare che il boogeyman per antonomasia, l’uomo nero, che ritorna periodicamente a turbare la serenità delle notti di Haddonfield, è invincibile perchè è un parto delle nostre paure, è un’entità sovrumana perchè risiede nel nostro inconscio.
Nonostante i colpi ricevuti, gli spari, le pugnalate, Myers si rialza sempre: è come un virus che infesta coloro che lo incontrano. La paura si trasforma in violenza, in sopruso, in giustizia sommaria, perpetuando un circolo chiuso da cui non si esce e che sembra aver intossicato anche Laurie e Hawkins.
Halloween Kills è uno degli episodi più filosofici della serie, che tenta sia pure riuscendoci solo a metà di mostrare che la ferocia della folla impaurita e vendicativa è quasi più spaventosa dell’impassibilità mascherata dell’assassino.
Gordon Green non riesce a portare questa dimensione riflessiva sino in fondo, dovendo costruire comunque uno spettacolo horror, che rispetti gli archetipi della saga, con l’uso prevalente delle armi bianche, con i continui jump scare, con la final girl che resiste alla sfida con l’uomo mascherato e con un finale aperto che lasci spazio a nuovi ritorni, in questo caso già annunciati.
Jamie Lee Curtis appare pochissimo ed è quasi sempre in ospedale dopo i colpi ricevuti da Myers. Spazio maggiore hanno la figlia e la nipote, così come gli altri ragazzi sopravvissuti nel 1978 all’incontro con il boogeyman.
Il gran finale ora è apparecchiato, anche se nessuno ci potrà assicurare che la machera bianca di Myers non possa tornare ancora.
e io che pensavo dal trailer che con sta follia generale finalmente lo attaccassero 10:1 e lo accoppassero