Spenser Confidential è la quinta collaborazione tra l’attore e regista Peter Berg e Mark Wahlberg: dopo l’avventura di guerra, la catastrofe ambientale, l’attentato terroristico e lo spy thriller i due approdano su Netflix con un poliziesco vecchia scuola, ambientato nel South Boston, dove già Eastwood, Scorsese e Affleck, avevano raccontato la corruzione della polizia, legata a doppio filo alla criminalità irlandese e all’emergere di bande nuove, in cerca di potere e soldi facili.
La sceneggiatura è stata affidata ad uno specialista, quel Brian Helgeland, già premio Oscar per L.A. Confidential, a cui pure dobbiamo il copione di Mystic River, quello del remake di Pelham 123 e di Man on Fire.
Il prologo sembra la promessa di un altro film: il detective Spenser assieme al partner Driscoll si dirigono a casa del Capitano John Boylan. Quando Spenser vede la moglie di Boylan con la faccia insanguinata, non ci vede più e assale brutalmente il superiore.
Finirà in carcere per 5 anni.
Quando esce di prigione, il suo mentore, Henry Cimoli, proprietario di una palestra di MMA lo accoglie di nuovo casa sua. Nel frattempo la sua stanza è stata occupata da un altro giovane lottatore, Hawk e così i due devono dividersi gli spazi.
Nella sua prima notte di libertà il Capitano Boylan viene barbaramente ucciso. Un agente che Spenser aveva conosciuto come integerrimo, viene accusato dell’omicidio e incolpato di traffico di droga. Pian piano, anche attraverso una serie di flashback, capiamo perchè Spenser ha assalito Boylan all’inizio del film.
Il dubbio che dietro l’esecuzione di Boylan ci siano interessi molto più grandi, spinge Spenser a cercare la verità: anche l’FBI e un giornalista investigativo sono su quella pista, ma tutti temono le conseguenze di pestare i piedi alle persone sbagliate.
Spenser inoltre cerca di sfuggire anche alla fidanzata di un tempo, Cissy, che non sta mai zitta un attimo e che definire determinata è un eufemismo…
Il film di Berg vorrebbe essere un poliziesco intelligente e politicamente corretto, con un protagonista incapace di sopportare le ingiustizie e i giochi sporchi dei suoi colleghi.
Wahlberg passa il film a prendere un sacco di botte da galeotti, ex colleghi e delinquenti dominicani, costantemente pesto e battuto, ma sempre capace di rimettersi in piedi.
Il suo Serpico in minore ha la sua dose di simpatia, ma tutto si muove nel solco di una prevedibilità da manuale, senza mai uno scarto o un’idea nuova.
La stessa messa in scena di Berg assomiglia a quella di un brutto pilota di una serie tv anni ’90: il montaggio sciatto e frettoloso, le interpretazioni dei caratteristi buttate via, il confronto tra poliziotti sempre troppo manicheo e tagliato con l’accetta, tra buoni e cattivi.
La stessa trama, che Helgeland e il co-sceneggiatore Sean O’Keefe prendono a presto dal romanzo Wonderland di Ace Atkins, è tirata via di spiegone in spiegone, senza grande approfondimento.
Resta un intrattenimento da sabato sera, non particolarmente memorabile, in cui il buddy movie tra investigatori trova qualche minima differenza, per il fatto che Spenser non è più un detective e che Hawk è solo un lottatore che gli copre le spalle con la sua mole imponente.
Ma tra i due non c’è mai nessuna vera interazione e anche gli altri personaggi, come la fidanzata, la sorprendente Iliza Shlesinger, e l’allenatore, interpretato da Alan Arkin, a cui il copione riserva le battute migliori, finiscono troppo spesso nell’ombra, salvo venire ripescati in modo troppo meccanico.
In definitiva, per Netflix, Spenser Confidential è un’altra tacca sul fucile: un altra coppia consolidata, passata dalla sala alla sua piattaforma, con un film non particolarmente memorabile, ma che assolve al suo compito d’intrattenere per un paio d’ore, senza mai brillare.
Il finale aperto e la lunga serie di romanzi di Atkins, promettono nuove avventure per Spenser e soci…