Anche quest’anno, come nella scorsa edizione, i David di Donatello sono stati equamente divisi fra i tre candidati più forti.
La pazza gioia conquista cinque premi, tra cui quelli per il miglior film, la miglior regia di Paolo Virzì, la migliore attrice protagonista, Valeria Bruni Tedeschi.
Ma gli altri due favoriti, Indivisibili e Veloce come il vento, non tornano a casa a mani vuote, bensì con 6 premi a testa.
Il film di Edoardo De Angelis è stato premiato per il miglior produttore, la migliore sceneggiatura, la migliore attrice non protagonista, Antonia Truppo, che bissa il successo dello scorso anno, e per le musiche struggenti di Enzo Avitabile, mentre il film di Matteo Rovere ha conquistato il David con Stefano Accorsi miglior attore ed in molte categorie tecniche: fotografia, montaggio, suono, trucco, effetti speciali.
La cerimonia, prodotta da Sky per il secondo anno di fila e condotta da Alessandro Cattelan, ha cercato di evocare quelle d’oltreoceano. Clip iniziale e a metà, Manuel Agnelli che ha cantato Across the Universe dei Beatles sulle immagini di tutti coloro che ci hanno lasciato nel 2016, bel lavoro di montaggio per le clip che introducevano i candidati e il premio alla carriera assegnato a Roberto Benigni. Tuttavia la platea è rimasta freddissima e poco partecipativa, vanificando persino l’ottimo lavoro del graffiante Maccio Capatonda, Il montatore gelosone, e quello iniziale, di Valerio Mastandrea, Io te e il David.
Poco apprezzata anche l’ironia e la cattiveria del monologo iniziale di Cattelan.
Lo sforzo produttivo ci è parso invece pregevole ed anche la consegna di alcuni premi minori, direttamente in platea, così come le nomination indicate in sovrimpressione per altri, sono state novità che dovrebbero importare anche a Hollywood, per rendere meno infinita la Notte degli Oscar.
Altrettanto efficace il limite di 45 secondi imposto ad ogni premiato, che ha evitato ringraziamenti scontati e inutilmente prolissi, con l’unica eccezione di Valeria Bruni Tedeschi, che sembrava non essere ancora uscita dal personaggio interpretato ne La pazza gioia, presentatasi a ritirare il suo premio, con tre fitti fogli di ridondanti ringraziamenti.
Resta tuttavia l’impressione che il cinema italiano viva male queste premiazioni, non partecipi con sincerità alla celebrazione delle vittorie altrui e sia poco generosa nel riconoscere il talento, forse troppo abituata alle premiazioni catastrofiche e grottesche, curate dalla tv di stato nell’ultimo ventennio.
La strada invece sembra essere finalmente quella giusta, occorre insistere, migliorare ciò che non va, dare lustro e glamour ad una serata di cui il cinema italiano ha bisogno, oggi più che mai.
Le vittorie negli ultimi anni di film come La grande bellezza, Anime nere, Lo chiamavano Jeeg Robot, Il racconto dei racconti, Perfetti sconosciuti, Veloce come il vento, Indivisibili, La pazza gioia dimostrano la vitalità del nostro cinema, la sua capacità di diversificare l’offerta, di non adagiarsi sullo stereotipo unico della commedia o del cinema minimalista d’autore, di saper osare, anche con mezzi limitati.
Anche se il pubblico non sempre se n’è accorto, c’è una generazione di giovani talenti, cresciuti con il cinema di genere, con i fumetti, con i romanzi criminali, che stanno cercando di mettere idee e determinazione al servizio del nostro cinema.
Sorrentino, Garrone, Sollima, Guaglione e Resinaro, Tornatore, lo stesso Virzì hanno tutti girato con produzioni e co-produzioni internazionali negli ultimi anni, segno evidente di una piccola, fragile rinascita di interesse per i nostri autori.
Il David li sta sostenendo: fatelo anche voi, nelle sale.
Foto Ansa
Ecco tutti i vincitori e i link alle nostre recensioni:
MIGLIOR FILM
La pazza gioia prodotto da Marco BELARDI per Lotus Production – Leone Film Group con Rai Cinema
MIGLIORE REGISTA
Paolo VIRZÌ – La pazza gioia
MIGLIORE REGISTA ESORDIENTE
Marco DANIELI – La ragazza del mondo
MIGLIORE SCENEGGIATURA
Nicola GUAGLIANONE, Barbara PETRONIO, Edoardo DE ANGELIS – Indivisibili
MIGLIORE SCENEGGIATURA ADATTATA
Gianfranco CABIDDU, Ugo CHITI, Salvatore DE MOLA – La stoffa dei sogni
MIGLIORE PRODUTTORE
Attilio DE RAZZA, Pierpaolo VERGA – Indivisibili
MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA
Valeria BRUNI TEDESCHI – La pazza gioia
MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA
Stefano ACCORSI – Veloce come il vento
MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Antonia TRUPPO – Indivisibili
MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA
Valerio MASTANDREA – Fiore
MIGLIORE AUTORE DELLA FOTOGRAFIA
Michele D’ATTANASIO – Veloce come il vento
MIGLIORE MUSICISTA
Enzo AVITABILE – Indivisibili
MIGLIORE CANZONE ORIGINALE
“ABBI PIETÀ DI NOI” di Enzo AVITABILE – Indivisibili
MIGLIORE SCENOGRAFO
Tonino ZERA – La pazza gioia
MIGLIORE COSTUMISTA
Massimo CANTINI PARRINI – Indivisibili
MIGLIOR TRUCCATORE
Luca MAZZOCCOLI – Veloce come il vento
MIGLIOR ACCONCIATORE
Daniela TARTARI – La pazza gioia
MIGLIORE MONTATORE
Gianni VEZZOSI – Veloce come il vento
MIGLIOR FONICO DI PRESA DIRETTA
Presa diretta: Angelo BONANNI – Microfonista: Diego DE SANTIS – Montaggio e Creazione suoni: Mirko PERRI – Mix: Michele MAZZUCCO – Veloce come il vento
MIGLIORI EFFETTI SPECIALI VISIVI
Artea Film & Rain Rebel Alliance International Network – Veloce come il vento
MIGLIOR FILM DELL’UNIONE EUROPEA
Io, Daniel Blake, di Ken LOACH (Cinema)
MIGLIOR FILM STRANIERO
Animali notturni, di Tom FORD (Universal Pictures)
DAVID GIOVANI
In guerra per amore, di Pierfrancesco DILIBERTO
MIGLIOR DOCUMENTARIO DI LUNGOMETRAGGIO
Crazy for football, di Volfango DE BIASI
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
A casa mia, di Mario PIREDDA
DAVID SPECIALE ALLA CARRIERA
Roberto Benigni

