Addio alla Corea del Sud.
Kim Ki Duk, uno dei registi simbolo della new wave coreana, si trasferisce in Cina, per il progetto a lungo cullato di Who is God, un film che racconterà la penetrazione del Buddismo in Cina, dall’India.
Il film avrà un budget faraonico, per i canoni coreani, 30 milioni di dollari e sarà girato con attori cinesi.
Kim vorrebbe star calibro di Gong Li e Zhang Ziyi, ma è ancora presto per dirlo. La sceneggiatura è al vaglio delle autorità cinesi.
Kim ha sostanzialmente dato l’addio alla Corea, dichiarando che dopo 20 anni ha terminato le storie che avrebbe potuto raccontare nel suo paese.
L’attendono nuove sfide.
L’unico problema è che l’industria cinese sembra imporre una cappa conformista e conservatrice su tutto quello che si produce, lasciando spazi molto limitati per coloro che non intendono proporre agiografie della Grande Cina o del regime.
La parabola di Zhang Yimou – ma non solo la sua, si veda l’ultimo film di Jia Zhang ke – è esemplare.