Noi siamo Francesco
Francesco ha 22 anni ed è uno studente universitario modello. E’ un bel ragazzo, magro, alto e sportivo. Vive in una casa dotata di ogni comfort insieme alla madre Grazia, un affermato architetto di Bari, e ha una tata che si prende cura di lui con l’affetto di una nonna. Francesco sarebbe perfettamente “normale” se non fosse per un preciso particolare: non ha le braccia dalla nascita, e questo lo rende un disabile, ma con una spiccata abilità nell’usare le gambe come unici arti e i grandi piedi al posto delle mani. E un’altra cosa lo distingue dai suoi coetanei: non ha ancora mai baciato una ragazza, e questo per lui ha iniziato a rappresentare un problema.
Dopo l’esordio sul grande schermo con il lungometraggio Quell’estate (2008), nella sua opera seconda, Noi siamo Francesco, la regista di origini fiorentine Guendalina Zampagni ha voluto accostarsi al tema della disabilità, di per sé complesso e delicato, con un approccio leggero e fresco, senza cadere nella banalità della rappresentazione drammatica dell’argomento. Traendo ispirazione da vere testimonianze di vita di giovani disabili, dà forma a una storia tutta sua, permeandola di ottimismo e di fiducia nei macrovalori dell’amicizia e dell’amore. Il protagonista, interpretato dall’esordiente al cinema Mauro Racanati, è accudito da una madre alquanto protettiva (Elena Sofia Ricci) che senza rendersene conto ha rinunciato a molto di se stessa purché al figlio non mancasse mai nulla. Del mondo di Francesco fa parte l’amico fraterno Stefano (Gabriele Granito), un buffo personaggio con un forte accento barese e un gran cuore, il quale non perde occasione per spronare Francesco a non considerare il suo handicap come un ostacolo che gli impedisce di innamorarsi e di essere corrisposto.
La fase di crescita in cui si trova Francesco somiglia sorprendentemente al tempo delle mele ritardato che chiunque ha vissuto o vivrà: le paure e le titubanze di fronte allo scoglio della “prima volta”, della scoperta della propria intimità condividendola con un’altra persona, sia dal punto di vista affettivo che propriamente sessuale. Noi siamo Francesco scava nei sentimenti dei personaggi, che in fondo sono tutti protagonisti che ammiccano allo spettatore con un pizzico di complicità: si confidano a turno con ironia e spontaneità, raccontando della loro prima volta, la quale rimane un’esperienza scalfita nei ricordi. L’originalità della regia di Guendalina Zampagni sta nel parlare del tema universale della disabilità in modo semplice e sincero, inscrivendola nella quotidianità di un giovane uomo affetto da handicap che potrebbe benissimo essere la nostra.
Noi siamo Francesco è una commedia che spinge all’empatia e racconta i sentimenti giovanili, l’altruismo, il rapporto madre-figlio e la condizione di solitudine apparentemente velata dal benessere economico. L’ambientazione pugliese, ritratta da una fotografia colorata e lucente, ben si concilia con il mood positivo del film. D’impatto nell’ultima parte la sequenza della danza del corpo, che stride ineccepibilmente con i gravi limiti fisici del protagonista, e la scena dell’avvicinamento “assistito” di due corpi: emozionante. Cosa c’è di più spontaneo del lasciarsi andare all’amore?
La pellicola, prodotta da Arancia Cinema, ha vinto il Premio del Pubblico al Festival di Annecy Cinema Italien 2014. L’uscita nelle sale italiane, a cura di Microcinema Distribuzione, è fissata per il 25 giugno. Del cast fanno parte anche Paolo Sassanelli, Mariolina De Fano, Cristiana Vaccaro, Gelsomina Pascucci, Diletta Acquaviva e Luigi Diberti.