La cinquième saison ***
In concorso
Bella sorpresa del concorso ufficiale, arrivato quasi al capolinea, questo film di Jessica Woodworth e Peter Brosens che racconta con forza metaforica e originalità poetica la rivolta improvvisa e sconvolgente della Natura contro l’Uomo.
Siamo nelle Ardenne, in un piccolo paese, dedito all’agricoltura ed all’allevamento. Nella comunità che appare festosa ed accogliente, due ragazzi si innamorano, mentre un professore di filosofia ha rinunciato all’insegnamento per curare il figlio in carrozzina.
Il falò che dovrebbe segnare la fine dell’inverno, al culmine di una processione che coinvolge tutta la comunità, non si accende. GLi arbusti non bruciano. Qualcosa non quadra: all’arrivo della primavera le api hanno abbandonato la zona senza impollinare, gli animali non producono più latte, i semi non hanno germogliato.
E’ la crisi per tutti. Qualcuno impazzisce, altri si industriano.
Arriva l’estate, ma tutti continuano a tirare la cinghia. Finisce il vino, si conservano gli insetti, l’amore si trasforma in prostituzione.
Fino a che la violenza non trova il modo di esplodere e bruciare…
La quinta stagione è un film di grande fascino visivo e potenza metaforica. Pochi quadri delineano l’alternarsi delle stagioni, tutte confusamente caratterizzate dalla neve, che all’improvviso cade anche quando non dovrebbe.
Il film comincia con i toni caldi della commedia, ma ben presto si traforma nel ritratto inquietante e paradossale di una crisi incomprensibile.
Non c’è via di scampo, il mondo intero è impazzito e gli sciacalli sono all’opera. Quando tutto sembra perduto non resta che rievocare la caccia alle streghe. A farne le spese saranno, per primi, gli anelli deboli della comunità, in un rito arcaico, che richiama tanto le radici pagane della cultura contadina, quanto quelle cristiane di un Europa neo-medievale.
Il conflitto tra Natura e Civiltà fa rinascere paure ancestrali, che solo la violenza collettiva può forse esorcizzare.
Forse inutilmente sembrano dirci Woodworth e Brosens: ci sarà ancora spazio per l’uomo nella quinta stagione?
Terzo film di una trilogia cominciata nella Mongolia di Khadak e proseguita in Perù con Altipiano, qui costruiscono un horror ancestrale e terrorizzante con pochissimi elementi. La catastrofe arriva senza tsunami o terremoti.
Con straordinaria economia espressiva e rigore narrativo, La cinquième saison si impone come uno dei risultati più convincenti del concorso. Una sorpresa che ci piacerebbe ritrovare anche nei premi di sabato.
Da vedere.
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