Chronicle Vs Attack the block

Doppia recensione per due piccoli film che usciranno in Italia nel prossimo mese, dopo aver avuto un certo successo indie.

Li abbiamo accomunati perchè entrambi esplorano il genere attraverso la lente deformante dell’adolescenza. Più vicino alla serie Heroes il primo, più simile ai film della Amblin il secondo, che si mette nella scia di Super 8.

Chronicle **

Il film segna l’esordio doppio di due figli d’arte: Josh Trank alla regia e Max Landis come sceneggiatore.

Girato come si trattasse di un montaggio di found footage, à la Cloverfield, per intenderci, Chrinicle, racconta di due cugini e di un loro compagno di classe che improvvisamente, a contatto con una fonte radioattiva, trovata in un buco nel terreno, acquistano poteri telecinetici, che non sanno come gestire.

Dei tre uno è Steve, leader studentesco, simpatico, estroverso e pieno di risorse, il secondo, Andrew è invece angosciato da una situazione familiare disastrosa, è vessato dagli altri studenti e ha come unico amico il cugino Matt, che cerca di dargli una mano nei rapporti sociali e a scuola.

I tre cominciano ad esplorare le possibilità e le abilità nuove con uan certa riluttanza. Poi però, soprattutto Andrew inizia a maturare una sensazione di invincibilità che unita al dolore ed alla frustrazione familiare lo spingerà verso il delirio di onnipotenza.

Il racconto di Landis, pur non avendo i caratteri dell’originalità, ritorna sui temi di Unbreakable e Heroes con intelligenza e urgenza narrativa, anche grazie all’espediente del racconto in prima persona, ripreso dalla telecamera amatoriale di Andrew.

La metafora adolescenziale è scoperta, ma sentita e il film procede spedito verso un finale ad effetto che però stempera nell’eccesso i buoni propositi iniziali.

La furia inarrestabile di Andrew manca del necessario sviluppo drammaturgico e tutto si risolve con il solito trionfo dei buoni, dopo un terzo atto di distruzione in città.

Attack the block **1/2

Diverso è l’approccio di Joe Cornish, comico e intrattenitore inglese, qui alla sua opera prima, che ipotizza un attacco di feroci alieni pelosi, con denti fosforescenti, in uno dei sobborghi di Londra.

Una banda di ragazzini si troverà ad allearsi con una giovane professoressa appena arrivata nel quartiere e con uno spacciatore ed i suoi tirapiedi, per sventare la minaccia.

Li guida il giovane Moses che sente su di sè la responsabilità della situazione, per aver ucciso brutalmente il primo degli invasori, una femmina che ha evidentemente attirato gli altri sulla Terra.

Il film segue la traccia dei classici film anni ’80 prodotti dalla Amblin, con la squadra dei ragazzini assediata da una minaccia esterna che mette in crisi le loro certezze di teppistelli. Lo stesso avviene con la giovane professoressa, prima rapinata dalla banda e poi alleata per combattere gli alieni pelosi e carnivori.

Impressionante John Boyega nei panni di Moses, indovinati gli altri piccoli protagonisti. Il film mantiene fede alle unità aristoteliche e si svolge tutto in una notte. I sottili riferimenti sociali e culturali al degrado delle periferie, ai pregiudizi etnici ed alla generosa ingenuità del mondo giovanile sono tutti indovinati.

Produce la Big Talk Productions, che ci ha regalato i deliziosi film demenziali di Edgar Wright, con Simon Pegg e Nick Frost.

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