In un panorama italiano ormai completamente anestetizzato, dove si dibatte se è meglio l’ironia “triviale” del Cinepanettone, quella “volgare ma accettabile” di Checco Zalone o quella “impressionista” di Antonio Albanese (in ogni caso inutile, perchè superato brutalmente dalla realtà), ecco che si presenta in sala il nuovo film di Michele Placido.
Accompagnato dalle solite inutili, sterili, incomprensibili polemiche, che nessuno al mondo si sognerebbe di rivolgere ad un film francese, americano o inglese, Vallanzasca ci riporta in ogni caso ad un’idea di cinema non addomesticato.
Magari Placido non è Michael Mann e neppure Brian De Palma o l’Oliver Stone degli anni ’90, ma almeno ci prova, raccontando con gli stumenti del cinema-cinema un pezzo della nostra storia criminale.
C’è un bellissimo articolo su Sentieri selvaggi: non perdetelo, magari è un po’ iperbolico, ma è fondamentalmente condivisibile, giusto, doveroso.
In bocca al lupo a Vallanzasca – Gli angeli del male. Se lo merita.