Prime reazioni all’attesissimo nuovo film di Michael Mann, da parte dei due quotidiani di settore, Variety e Hollywood Reporter.
Entrambi sottolineano la freddezza del film, la mancanza del lato umano e l’incapacità di entrare in sintonia con lo spettatore.
Todd McCarthy scrive:
Michael Mann ambitiously tries to forge the historical, iconographic and cultural aspects of American gangsterdom in “Public Enemies,” with results more admirable than electrifying. Centering on bank robber John Dillinger, the most publicized of the many Depression-era outlaws whose transgressions fostered the rise of the FBI, Hollywood’s specialist in great-looking crime stories has put images on the screen that are compelling to watch even though the overall impact is muted.
e Kirk Honeycutt aggiunge:
The film veers between fact and legend, sticking mostly with facts, but still is unable to bring its protagonist into focus as either an amiable sociopath or a true anti-hero. He winds up being just a guy who robs banks, which probably is all he ever was, so why such a lavish production?
Sono critiche già lette in passato per altre opere del regista di Chicago, soprattutto da quando ha introdotto la fotografia digitale in HD, utilizzandola in maniera fortemente espressiva ed originale, in modo tale da donare ai suoi film un look del tutto inconsueto.
Eppure, rivisti oggi, Collateral, Ali e Miami Vice sono opere visionarie, modernissime, immeditatamente riferibili al proprio autore, che guadagnano in profondità e significato, ad ogni nuova visione.
Certo, non sono blockbuster popolari, nonostante la produzione ed il budget possano trarre in inganno: Mann non è per nulla “classico”, sarebbe inutile aspettarsi da lui la chiarezza di uno Spielberg.
Diversamente da quasi tutti i suoi colleghi, che l’hanno scelto perchè il risultato finale è spesso identico al technicolor, Mann usa il digitale HD perchè è differente dalla pellicola, accentuandone le qualità ed i limiti.
A Variety non piace fino in fondo questa svolta sperimentale, eppure è proprio qui che mi sembra risiedere la grandezza iconoclasta di Mann:
Mann’s decision to shoot in HD rather than film again has its plusses and minuses; the detail and depth of field are phenomenal in the dark scenes, but the bright flaring, occasional unnatural movements and excessive detailing of skin flaws remain annoying, as does the insubstantiality of the images compared to those created on film. Digital may represent the future, but the future is not entirely here yet, and the pictorial qualities of Mann’s films prior to “Collateral” remain decisively superior to the recent trio.
Anche la performance di Depp non sembra aver convinto Hollywood Reporter:
Depp’s performance is more than credible, but biography seems to place him in a straightjacket. He might be too faithful to the real John Dillinger, which doesn’t allow him to create a character of the imagination, someone who will connect with us today.
Attendiamo le recensioni di Roger Ebert, del LATimes, del NYTimes e quella del New Yorker, per avere un quadro più chiaro.
L’uscita italiana è prevista per ottobre, a meno che qualche festival non ci regali un’anteprima…
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