Il viaggio – The Journey **
Fuori Concorso
Britannici e irlandesi hanno riunito i partiti politici dell’Irlanda del Nord a St. Andrews, in Scozia, per discutere un accordo storico. Improvvisamente, dopo i giorni bui dei Troubles, la pace sembra possibile. L’unico ostacolo è convincere il fervente predicatore protestante Ian Paisley e il repubblicano irlandese Martin McGuinness ad accettare l’accordo e governare insieme. Ma i due si rifiutano persino di rivolgersi la parola!
Durante i negoziati per la pace in Nord Irlanda, che si svolsero in Scozia, a St.Andrews sotto l’egida di Tony Blair, i due leader contrapposti, il rigido e severo predicatore protestante unionista Ian Paisley e il repubblicano autonomista irlandese Martin McGuinness sono costretti ad un viaggio assieme in auto.
Cosa accadde davvero in quel viaggio nessuno lo sa. Nick Hamm prova ad immaginarlo.
Paisley deve ritornare in Irlanda per il 50° anniversario di matrimonio, McGuinness coglie al volo l’occasione a costringe Blair a metterlo nella stessa autovettura del reverendo, per cercare finalmente di rompere il ghiaccio e confrontarsi davvero, fuori dalla displomazia e dai negoziati ufficiali.
I servizi segreti di Sua Maestà hanno messo teleccamere ovunque e un agente come autista – provocatore.
La fortissima diffidenza iniziale, la reciproca delegittimazione, pian piano finisce per attenuarsi: incomprensione dopo incomprensione, rivendicazione dopo rivendicazione, Paisley e McGuinness troveranno il modo di accordare le loro voci dissonanti.
Il film, dal punto di vista narrativo, è il più classico dei buddy movie, con i due protagonisti sempre sulla difensiva, costretti dalla Storia a stringersi infine la mano.
Hamm non ha grandi ambizioni cinematografiche, si limmita ad una messa in scena scolastica, usa le armi di genere senza vergogna, per costruire un racconto edificante, non privo di asprezze, ma fondamentalmente conciliante.
Nella realtà Paisley e McGuinness finirono davvero per essere primo ministro e vice nello stesso governo nordirlandese per molti anni, superando decenni di accuse, chiamate alle armi, bombe e guerra civile.
Il film vola un po’ troppo in superficie sulle questioni politiche, sulla legittimità della violenza, sulle radici storiche del conflitto: Journey è solo una commedia, non molto di più.

