Cannes 2015. Le primissime ipotesi…

Winter Sleep Palme D'Or

Il Festival di Berlino non si è ancora concluso, ma le indiscrezioni, i rumors e le ipotesi su chi ci sarà al prossimo Festival di Cannes cominciano già a circolare.

Un bell’articolo su Cineuropa ha fatto il punto della situazione, mettendo in fila tutti i film che, a partire dal 13 maggio prossimo, potrebbero arricchire le sezioni del festival.

Il privilegio di aprire il festival dovrebbe spettare a Mad Max: Fury Road dell’australiano George Miller con Tom Hardy e la Theron, a Tomorrowland dell’americano Brad Bird con George Clooney, oppure a Belles familles del francese Jean-Paul Rappeneau con Amalric, Marine Vacht, André Dussolier ed Emma Chan.

Nel gruppo europeo la parte del leone sembrerebbe farla l’Italia, che schiera un gruppo di papabili da urlo. Tutti i migliori registi italiani possono ambire al concorso. Innanzitutto il Nanni Moretti di Mia Madre con la Buy e Turturro, quindi Garrone con Il racconto dei racconti, poi Sorrentino con La giovinezza, che pare però possa spostarsi in autunno, almeno per l’uscita in sala.

Ma non è finita qui: L’ultimo vampiro di Marco Bellocchio, con Filippo Timi e Alba Rohrwacher è pronto e anche Luca Guadagnino ha terminato il suo A bigger splash con Tilda Swinton, Ralph Fiennes e Dakota Johnson, remake de La piscina di Jaques Deray con Alain Delon.

In lizza ci sono poi L’ultima leggenda dell’inglese Stephen Frears sul ciclista Lance Armstrong, con Ben Foster e Dustin Hoffman, Le mille e una notte, film che si annuncia fluviale (sei ore e mezza) del portoghese Miguel Gomes, Louder Than Bombs del norvegese Joachim Trier con Jesse Eisenberg e Isabelle Huppert, Les chevaliers blancs del belga Joachim Lafosse con Vincent Lindon e Valerie Donzelli.

Attesissimo il primo film in inglese di Yorgos Lanthimos The Lobster con Colin Farrell, Lea Seydoux e Regression, un nuovo thriller dello spagnolo Alejandro Amenabar, con Ethan Hawke e Emma Watson.

Il danese Thomas Vinterberg, dopo l’exploit de Il sospetto ha due film pronti: Far from the Madding Crowd con Carey Mulligan e Juno Temple e The Commune, girato con un cast tutto svedese e che sembra richiamare le asprezze e l’ironia feroce di Festen.

Potrebbe tornare in gara anche l’olandese Alex van Warmerdam (Borgman) con Schneider vs. Bax.

In prima fila certamente c’è Francophonia di Alexander Sokourov, tutto girato dentro al Louvre di Parigi.

La new wave rumena potrebbe portare sulla Croisette Sierra Nevada di Christi Puiu, One Floor Below del rumeno Radu Muntean, già ad Un certain Regard con il bellissimo Tuesday After Christmas e The Treasure di Corneliu Porumboiu (Police Adjective).

Potremmo ritrovare anche il blockbuster d’animazione Minions del duo Pierre Coffin – Kyle Balda, e A War del danese Tobias Lindholm (A Hijacking).

Tra i francesi i favoriti dovrebbero esserci il nuovo film di Jacques Audiard, Erran, su un combattente Tamil cingalese rifugiato politico in Francia, dove lavora come portiere in uno stabile della “calda” banlieue parigina e Nos Arcadies di Arnaud Desplechin con Matthieu Amalric.

Potrebbe tornare in gara anche Abdellatif Kechiche con La Blessure, oltre al’ottantaduenne Jean Paul Rappeneau con Belle Familles interpretato da Mathieu Almaric, Karin Viard, Nicole Garcia, Andre Dussolier and Marine Vacth.

Più incerta la presenza di La tête haute di Emmanuelle Bercot, Marguerite et Julien di Valérie Donzelli, oltre a Love di Gaspar Noé, L’ombre des femmes di Philippe Garrel, Mon roi di Maïwenn, Marguerite di Xavier Giannoli e Microbe et Gasoil di Michel Gondry.

Tutti però hanno buone chance di esserci, tra Quinzaine, Un certain regard, concorso e fuori concorso.

Gli americani dovrebbero schierare invece Sea of Trees di Gus Van Sant con McConaughey e Watanabe, Carol di Todd Haynes con la Blanchett e Midnight Special di Jeff Nichols con la Dunst, Shannon, Driver e Edgerton.

Possibili anche Sicario del canadese Denis Villeneuve con Del Toro, Brolin e la Blunt, Macbeth dell’australiano Justin Kurzel con la Cotillard e Fassbinder, The Last Face di Sean Penn con Bardem, la Theron e Adele Exarchopoulos, By the Sea di Angelina Jolie con Brad Pitt.

In concorso potremmo trovare anche The Clan dell’argentino Pablo Trapero è in cima ai pronostici per l’America del Sud.

L’Asia dovrebbe invece riportare in concorso Love in Khon Kaen del thailandese, Palma d’Oro, Apichatpong Weerasethakul, l’infinito The Assassin del taiwanese Hou Hsiao Hsien, Taklub del filippino Brillante Mendoza, e i titoli giapponesi Our Little Sister di Hirokazu Kore-Eda, An di Naomi Kawase e Journey to the Shore di Kiyoshi Kurosawa.

Molte possibilità anch per il nuovo film di Jia Zhangke, Mountains May Depart.

Moltissimi film restano più sullo sfondo, magari destinati a Un certain regard o alla Quinzaine o magari dirottati a Venezia, qualora non fossero pronti in tempo.

Parliamo di High Rise del britannico Ben Wheatley tratto da un romanzo di Ballard con Tom Hiddleston, Jeremy Irons, Sienna Miller, Luke Evans ed Elisabeth Moss, Sunset Song di Terence Davies con Peter MullanLe tout Nouveau Testament del belga Jaco van Dormael, Sparrows dell’islandese Runar Runarsson, L’ange blessé del kazako Emir Baigazin, Madame Courage dell’algerino Merzak Allouache, The Endless River del sudafricano Oliver Hermanus, The Crossing del cinese John Woo, Design for Living di Johnnie To con Chow Yun Fat, Bombay Velvet dell’indiano Anurag Kashyap e il film d’animazione giapponese The Boy and the Beast di Mamoru Hosoda.

Potrebbe esserci anche Babi Yar  Jerzy Skolimowski, Chevalier della greca Athina Rachel Tsangari, Amnesia di Barbet Schroeder, Cosmos del polacco Andrzej Zulawski, My Friendly Villains del sudcoreano Im Sang-soo, Ryuzo to 7 Nin no Kobun Tach di Takeshi Kitano.

In predicato anche il film infinito del regista russo IlyaKhrzharovsky, Dau, filmato nel corso degli ultimi sei anni, in una città ricostruita come un Soviet del 1950: 700 ore di girato. Al termine delle riprese, tre anni fa, il villaggio è stato completamente raso al suo con un incendio.

Qualcosa arriverà certamente anche dal Sundance, visti gli ottimi rapporti, non per il concorso, ma sicuramente per la Quinzaine e per Un certain regard. L’elenco potrebbe cominciare ovviamente con il vincitore Me and Earl and the Dying Girl di Alfonso Gomez-Rejon e The Diary of a Teenage Girl di Marielle Heller.

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